“Perché la Provincia di Belluno non deve essere riordinata”: è questo il titolo del seminario di studi, promosso dai Giovani Imprenditori dell’UAPI di Belluno in città sabato 29 settembre, per capirne di più tra tagli imposti dalla spending review, ricadute sul territorio e rivendicazione di una specificità della provincia, riconosciuta, proprio pochi mesi, fa nello statuto della Regione Veneto.
A parlarne è intervenuto Maurizio Busatta, giornalista, esperto di legislazione montana, ideatore e coordinatore del “Libro bianco sulla montagna veneta”.
“E’ nostro dovere e diritto – ha affermato in apertura dei lavori il presidente dei Giovani Imprenditori dell’UAPI di Belluno, Renato Franceschi – comprendere dove e come nasce l’esigenza di riordinare il territorio”.
Il concreto rischio che in sede di attuazione del piano di riordino delle Province metta in discussione l’unità della Provincia di Belluno ha indotto, infatti, i Giovani imprenditori dell’UAPI a una riflessione. “Oggi siamo qui per un’occasione di studio – ha sottolineato il presidente Franceschi – per senso di responsabilità, lo stesso che sentiamo quotidianamente, al comando delle nostre aziende. Non è più il tempo, infatti, di delegare”.
L’intervento del relatore, Maurizio Busatta, ha inquadrato le più recenti riforme introdotte nell’ambito dei poteri locali: definizione delle funzioni fondamentali dei Comuni, obbligo per i “piccoli” Comuni dell’esercizio associato delle stesse, trasformazione delle attuali Comunità montane in Unioni montane. Attenzione particolare è stata dedicata al delicato tema sul tappeto del riordino territoriale delle Province, nel quale è coinvolta anche Belluno e per la cui sopravvivenza è richiesto un impegno corale nei confronti della Regione (a cui spetta formulare una proposta) e del Governo (che assumerà la decisione definitiva) per convincere a mantenere l’assetto attuale, anche se sarà di secondo grado dal punto di vista dell’elezione del consiglio.
Busatta ha, inoltre, rimarcato in modo particolare l’importanza dell’associazionismo intercomunale per raggiungere maggiore efficienza ed efficacia nell’azione amministrativa, anche nelle materie che più da vicino interessano il mondo delle imprese. Lo strumento dell’Unione di Comuni, in montagna, ha la possibilità di esercitare competenze più ampie rispetto a quanto fanno le Unioni di pianura. Tale prospettiva va a rafforzare le capacità di autogoverno delle zone montane.
Numerosi domande e approfondimenti da parte dei giovani imprenditori hanno permesso di addentrasi nelle pieghe delle norme e di definire i limiti imposti, da un lato e le nuove condizioni imposte dalla spendig review, dall’altro. Il presidente Franceschi ha voluto concludere in modo propositivo: “attendiamo con fiducia quanto la classe dirigente deciderà nei prossimi giorni sostenendo la necessità che essi operino nel ruolo che compete loro: un servizio al cittadino e alle imprese e nel frattempo monitoriamo ”.