Dichiarava redditi professionali per 20.000 euro all’anno ma ne guadagnava 12 volte di più. Compensi non dichiarati al Fisco per 1.200.000 euro e omesso versamento di imposte per 450.000 euro. E’ l’esito di un controllo svolto dalla Guardia di Finanza di Belluno nei confronti di una psicologa.
I militari della Compagnia di Belluno, partendo da una approfondita analisi di rischio attraverso lo sviluppo e l’incrocio di informazioni tratte dalle banche dati, da attività di intelligence e dal controllo economico del territorio, avevano acceso i riflettori sull’attività della professionista bellunese.
La documentazione acquisita presso lo studio della stessa aveva evidenziato subito gravi indizi di evasione, come la notevole sproporzione tra gli appuntamenti annotati in agenda e il numero di documenti fiscali emessi.
Dopo i riscontri contabili le Fiamme Gialle hanno avviato accertamenti bancari riuscendo a quantificare gli incassi, che con frequenza settimanale la psicologa versava in contanti sui propri conti correnti, profitto delle prestazioni (sanitarie) effettuate senza il rilascio ai clienti (pazienti) di alcun documento fiscale: 1.200.000 euro dal 2007 al 2011.
La “distratta” professionista, per i periodi sottoposti a controllo, ha presentato regolarmente le dichiarazioni, ma nelle stesse ha esposto una situazione reddituale decisamente inferiore a quella reale: un dodicesimo del reddito professionale effettivamente percepito, con conseguente omissione del versamento all’Erario delle relative imposte.
Quanto accertato ha fatto scattare una denuncia all’Autorità Giudiziaria per infedele dichiarazione.
A garanzia delle entrate vantate dal Fisco per l’evasione perpetrata è stata proposta ai competenti uffici finanziari l’emanazione di misure cautelari – sequestro dei beni – ai fini amministrativi.
Dall’inizio dell’anno sono stati avviati controlli nei confronti di diverse categorie professionali: avvocati, medici, notai, architetti, promotori finanziari. Sotto la lente delle Fiamme Gialle bellunesi sono finite le posizioni di quei professionisti ritenute “fiscalmente a rischio”, quelle cioè più a rischio di evasione, selezionate sulla base di indicatori ricavati dall’azione di intelligence, dal controllo economico del territorio, dalle banche dati, dalle dichiarazioni dei redditi, dal tenore di vita, dalle disponibilità patrimoniali, da analisi di settore.
I controlli sono ancora in corso.