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Uccisi in provincia 574 cinghiali nel 2022. Per la Confederazione agricoltori bisogna uccidere di più

Rio Levis, presidente Confederazione italiana agricoltori di Belluno

574 cinghiali abbattuti nel Bellunese, da parte di selecontrollori autorizzati, nel 2022. Nel 2021 ne erano stati abbattuti quasi il doppio, 1.033. Mentre nel primo trimestre dell’anno in corso, su 431 uscite da parte degli stessi selecontrollori, sono stati registrati 82 abbattimenti.

“Questi numeri – secondo la Cia, Confederazione italiana agricoltori di Belluno – dimostrano che la fauna selvatica rappresenta, eccome, una criticità per il nostro territorio. A tale proposito invitiamo gli enti competenti a mettere in atto specifiche contromisure finalizzate al controllo non solo degli ungulati, ma pure di altri animali selvatici quali il lupo, il cervo, i corvidi e l’orso”.

“Se fino a qualche tempo fa la fauna selvatica si rendeva responsabile, e in realtà lo è tuttora, di ingenti danni alle colture e di attacchi ai capi di bestiame – analizza il presidente di Cia Belluno, Rio Levis – attualmente il problema riguarda pure la sicurezza delle persone”. Relativamente alla gestione degli stessi animali selvatici, secondo Cia Belluno il compito del monitoraggio non dev’essere assegnato soltanto alle guardie provinciali, in numero esiguo rispetto alle necessità. “Negli ultimi mesi l’amministrazione provinciale ha organizzato dei corsi abilitanti ad hoc per nuovi operatori: nello specifico, sono state formate al contenimento dei corvidi oltre 250 persone. Si tratta di un primo step, la strada giusta per affrontare la questione”. Fra le ulteriori proposte avanzate da Cia Belluno, occorre “educare” quegli animali particolarmente pericolosi per l’uomo, “utilizzando strumenti quali pallottole in gomma, recinzioni di sicurezza e trappole a esca”. Serve, poi, un forte e costante confronto sul tema tra Provincia, guardie provinciali, organizzazioni agricole, allevatori e le altre Istituzioni locali “mediante l’istituzione di appositi tavoli verdi”. Non solo. Pure agli agricoltori, previi specifici corsi, “dovrebbe essere concessa la possibilità di portare avanti le diverse operazioni di controllo”. A tale riguardo, aggiunge il presidente Levis, “sosteniamo con forza la modifica della legge nazionale 157 del 1992 denominata Norme per la protezione della fauna selvatica, dato che ormai è molto datata”.

“Nell’attuale contesto – osserva – bisogna andare al di là del concetto di protezione per giungere a quello di una corretta gestione”.

“L’obiettivo è rinsaldare la sinergia tra il mondo venatorio e quello agricolo, con la finalità di prevenire i danni alle colture e aiutare così il comparto del primario, che costituisce un presidio irrinunciabile della montagna”. “La Provincia – conclude il presidente – attraverso l’attività di coordinamento del suo corpo di polizia, è l’anello di congiunzione ideale”.

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