Il presidente di Confcommercio Belluno, Paolo Doglioni, ha fatto presente ieri mattina al prefetto di Belluno Mariano Savastano, un vero e proprio segnale d’allarme raccolto dalla viva voce delle imprese del comparto del turismo: «Il recente Decreto flussi ha visto assegnare alla provincia di Belluno un’entità davvero esigua di quote di ingresso di lavoratori extracomunitari per impiego stagionale, solo 15. Molte aziende del settore alberghiero e ristorativo si trovano quindi nell’impossibilità di assumere lavoratori necessari alla operatività dell’azienda nella prossima stagione estiva, che pur si prospetta potenzialmente proficua».
«Ma la cosa più assurda – continua Doglioni – è che spesso queste aziende confidavano nel ritorno di persone già impiegate nelle stagioni precedenti, formate con le giuste competenze e adeguate al sistema di lavoro organizzato».
Confcommercio ha voluto evidenziare al Prefetto la necessità di ripristinare la prassi per cui la determinazione delle cosiddette “quote” da stabilire con il Decreto flussi veniva preceduta da una ricognizione dei fabbisogni territoriali, di modo da avere la definizione di numeri congrui di lavoratori per area e tipologia di attività. Inoltre, si è rimarcato
come già dallo scorso anno le modalità e le modulistiche per le richieste siano diventate quantomai complesse rispetto al passato. In controtendenza rispetto alle continue richieste di semplificazione e snellimento amministrativo.
Il dottor Savastano ha dato attento ascolto alle richieste dell’Associazione, consapevole dei profondi disagi che l’attuazione del Decreto ha causato sulle capacità organizzative delle imprese bellunesi. Il prefetto ha peraltro rimarcato come tale problema si vada a sommare alla già nota difficoltà di assunzione di personale locale e nazionale nell’ambito del comparto del terziario, tema già in evidenza sui tavoli istituzionali.
Il prefetto si è quindi fatto carico di una verifica interna sulla situazione prospettata dall’Associazione e di un’interlocuzione con i competenti uffici ministeriali per sollecitare soluzioni adeguate a evitare situazioni gravemente impattanti sull’economia territoriale