90 milioni di euro nel Decreto Ristori per un fondo destinato al sostegno del trasporto pubblico locale: questo il grande risultato ottenuto da Fratelli d’Italia, annunciato dai senatori Luca Ciriani e Luca De Carlo.
“Gli amministratori locali avranno così le risorse per poter stipulare convenzioni con aziende private, titolari di licenze per l’esercizio di taxi e per gli Ncc (Noleggio con conducente)” spiega Ciriani, capogruppo al Senato “Grazie a Fratelli d’Italia ci sono le risorse per consentire trasporti piú sicuri offrendo una duplice opportunità di rilancio e sostegno economico agli amministratori locali, ma anche alle aziende private di bus, ai tassisti e ai conducenti di Ncc che come tante altre categorie stanno soffrendo il peso economico della seconda ondata”.
Soddisfatto anche il collega e coordinatore veneto, Luca De Carlo, che pochi giorni fa aveva lanciato l’allarme relativo al trasporto scolastico in vista della ripresa delle lezioni a gennaio: “Abbiamo messo la prima pietra per garantire il trasporto a oltre 160mila studenti veneti: senza questi fondi e le convenzioni con i privati, di tutti i ragazzi destinati a tornare in aula il 7 gennaio la metà sarebbe rimasta appiedata. Con la certezza di queste risorse, che chiedevamo pochi giorni fa, ora le amministrazioni possono dare rassicurazioni alle aziende circa il ristoro economico. Non è però una cifra sufficiente per mettere in sicurezza il servizio a livello nazionale: basti pensare che il solo Veneto ha presentato un piano di revisione del tpl da 31 milioni di euro. Dopo questo primo segnale, il Governo trovi le risorse che servono per tutta la nazione; parliamo di circa altri 400 milioni”.
De Carlo e Ciriani confermano il loro giudizio severamente negativo nei confronti dell’esecutivo: “Dall’inizio di questa pandemia abbiamo denunciato l’impreparazione del Governo e la totale incapacità di programmazione, dalla riapertura delle scuole al sostegno al sistema turistico e dello sci. Alla prova dei fatti si è dimostrato fallimentare pensare di risolvere tutti i problemi imponendo un limite alla capienza, mentre bisognava dall’inizio lavorare a soluzioni che potenziassero l’offerta. Il gioco dello scaricabarile sugli enti locali e sui privati non è accettabile in questo lungo periodo di emergenza”.