Venezia, 20 marzo 2018 – “Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, dopo il 2020 il Veneto rischia di perdere 2,1 miliardi di fondi strutturali comunitari. È un argomento che va affrontato apertamente, aspettando anche il prossimo governo che, in sede di commissione, dovrà dire quale scenario intende sostenere: più o meno Europa?”.
L’allarme arriva dal gruppo regionale del Partito Democratico, che ne discuterà sabato prossimo, 24 marzo, dalle 9.30 alle 12 al Viest Hotel nel corso del convegno ‘Le Regioni e l’Europa, due miliardi in meno’ dove interverranno il capogruppo dem Stefano Fracasso (che concluderà i lavori), la consigliera Francesca Zottis, Pierluigi Boda (responsabile #Cohesion Alliance, Comitato europeo delle Regioni), l’europarlamentare Damiano Zoffoli, Marco Dus (consigliere comunale di Vittorio Veneto) ed Enrico Peroni (responsabile Europa del Pd Veneto). L’introduzione è affidata a Stefano Campolo dell’associazione Eudem.
“A causa della Brexit – ha spiegato il capogruppo Stefano Fracasso – mancheranno circa 100 miliardi al bilancio europeo. Quali saranno gli scenari futuri? Ci saranno dei tagli ai fondi strutturali oppure verrà chiesto un contributo maggiore agli altri Paesi? Con la ‘sforbiciata’, comunque, due scenari su tre non comprendono né il Veneto né le altre regioni dell’Italia centrosettentrionale, con i fondi destinati solo alle Regioni in difficoltà che devono recuperare il gap. Per questo è urgente sollevare il dibattito, da parte nostra presenteremo una mozione in Consiglio regionale e ne prepareremo una analoga per tutti i consigli comunali”.
Sull’importanza delle risorse europee ha insistito la consigliera Francesca Zottis: “Una parte dei Fondi europei di sviluppo regionale fanno parte del Por Fesr dedicati ai progetti di sviluppo, programma che coinvolge settori trainanti del Veneto come per esempio il settore ricettivo turistico. Finora questi soldi sono stati ben utilizzati, spendendo 180 dei 248 milioni disponibili, avviando 49 bandi e finanziando 1491 domande. Se non agiamo rischiamo di perdere, oltre ai finanziamenti Fesr, anche quelli per la formazione-lavoro Fondo sociale europeo e il miliardo per l’agricoltura previsto dal Piano di sviluppo rurale. Dobbiamo far capire che indebolendo le Regioni più virtuose, che fanno da traino, si penalizzano anche quelle più svantaggiate”.