“La recente normativa regionale sulle unioni montane, per come concepita, non va nella direzione di un’armonica gestione amministrativa dei territori, soprattutto di quelli interamente montani”. Lo sostiene Camillo De Pellegrin, sindaco di Forno di Zoldo.
“Lodevole la volontà di semplificazione e di gestione associata dei servizi, ma non si può prescindere dal dato territoriale. E’ necessario, a mio modo di vedere, valutare gli ambiti e le caratteristiche di ciascuna area con le proprie peculiarità.
Il limite minimo di 5000 abitanti per la costituzione di queste unioni, in territori montani composti da comuni con limitato numero di abitanti, creerebbe dei mostri in termini di dimensioni a discapito della qualità dei servizi.
Abbassare il limite minimo di abitanti da 5000 a 3000 per le aree interamente montane, rappresenterebbe l’inizio di un percorso che condurrebbe piu’ agevolmente alla fusione dei comuni nelle aree omogenee a tutto beneficio di una reale razionalizzazione.
Per giungere a questo risultato – conclude De pellegrin – deve maturare una consapevolezza da parte dei Sindaci. Comuni fusi per aree omogenee, Provincia forte elettiva e soppressione dei vari enti intermedi Bim in testa”.