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I conti senza l’oste. La Conferenza permanente della Regione conferma le 6 province. Ciambetti: “Tempi troppo stretti per riorganizzare l’architettura del territorio”

Roberto Ciambetti

Oggi la conferenza permanente della Regione e delle Autonomie locali, che si è riunita a Palazzo Balbi per discutere il riordino istituzionale previsto dalla spending review, ha deciso per il mantenimento delle sei Province alle quali si aggiunge la città metropolitana di Venezia. Ora bisognerà vedere cosa ne pensano a Roma delle decisioni della periferia.

Erano presenti all’incontro: l’assessore regionale al bilancio e agli enti locali e presidente della conferenza, Roberto Ciambetti, i consiglieri regionali Cristiano Corazzari e Bruno Pigozzo, i componenti dell’unione province venete, Leonardo Muraro e Barbara Degani, i componenti di Anci Veneto Antonio Bertoncello, Achille Variati, Sabrina Rampin, Francesco Pietrobon e, infine, il rappresentante di Uncem Veneto, Ennio Vigne.

La proposta, che passerà prima in giunta e poi sarà inviata al consiglio regionale, ha visto il voto favorevole di quasi tutti i componenti del tavolo ad eccezione dei voti contrari di Achille Variati e di Mauro Pigozzo, mentre Antonio Betoncello non ha partecipato alla votazione.

L’assessore Ciambetti ha commentato così l’esito dell’incontro odierno: “la decisione di oggi deriva dalla consapevolezza che i tempi che il governo ci ha dato per discutere di un tema delicato e complesso come quello della riorganizzazione del territorio sono troppo stretti. L’architettura istituzionale del Veneto per essere ripensata ha bisogno di analisi e studi approfonditi che non si possono realizzare in poche settimane. Un territorio come quello veneto non può essere rivisto secondo parametri numeri, ma vanno considerate le istanze e le peculiarità dei territori a 360 gradi tenendo conto anche di fattori economici e demografici.”

Nello specifico la proposta della Conferenza prevede il mantenimento come determinato dalla legge delle province di Verona e Vicenza e la Provincia di Venezia diviene città metropolitana. La Provincia di Belluno viene confermata in ragione della specificità riconosciuta dallo Statuto del Veneto; la Provincia di Treviso viene mantenuta in ragione della annessione del comune di Scorzè che permette il raggiungimento dei requisiti minimi previsti dalla legge; la Provincia di Rovigo viene fatta salva in ragione della peculiarità territoriale del polesine e in aderenza alle istanze provenienti dal territorio; la Provincia di Padova viene confermata per le caratteristiche peculiari della realtà territoriale.

La conferenza permanente della Regione e delle Autonomie locali ha, inoltre, recepito i passaggi di Scorzè dalla Provincia di Venezia a quella di Treviso, di San Pietro in Gù dalla Provincia di Padova a quella di Vicenza, di Vigonovo dalla Provincia di Venezia a quella di Padova.

“Questi tre Comuni – spiega l’assessore regionale – hanno espresso in modo chiaro la volontà di cambiare circoscrizione provinciale con una delibera e la conferenza ha recepito questa istanza testimoniando ancora una volta l’attenzione e il dialogo costante con i territori nelle decisioni che riguardano l’assetto istituzionale.”

“Non siamo contrari alla riduzione della spesa – conclude Ciambetti – ma questa deve essere fatta tenendo conto dei parametri dell’efficienza e del risparmio non andando a colpire gli enti virtuosi come le province della nostra regione. La riorganizzazione del territorio deve essere realizzata secondo una visione federalista dello Stato coinvolgendo tutti i soggetti interessati e dando agli enti locali l’autonomia necessaria per decidere sull’architettura istituzionale del territorio.”

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