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Referendum per il passaggio di Feltre al Trentino Alto-Adige. In democrazia il servitore non può decidere per il padrone * intervento del Movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti

Pare che il Consiglio comunale di Feltre di lunedì sera intenda rinviare, rimandandolo a data da destinarsi, ogni decisione sul diritto di votare per il referendum, per il passaggio al Trentino Alto-Adige, chiesto da 1.100 cittadini.

Il Comune di Feltre ha un proprio regolamento per i referendum comunali che li ritiene ammissibili “su tutte le materie di esclusiva competenza comunale e di rilevanza generale, interessanti l’intera collettività locale”. In questo caso però non si tratta di un referendum comunale ma dell’istituto Costituzionale previsto dall’art 132, 2°comma. Il quale riconosce ai cittadini il diritto di chiederlo e al Consiglio il diritto di deliberarlo. Tuttavia il Consiglio non è svincolato dal dovere di deliberare la celebrazione dell’istituto referendario, perché le amministrazioni pubbliche sono organi al servizio del titolare della sovranità (popolo) che nel referendum si manifesta.

Un rinvio della decisione equivale a non deliberare il referendum ovvero anteporre la volontà del servitore (Consiglio comunale) a quella del padrone (i cittadini del Comune di Feltre). Ognuno comprende che poi, i Consiglieri comunali e i partiti che li sostengono, potranno invitare i cittadini ad accogliere o respingere il quesito referendario secondo il loro libero giudizio. Ma non deliberarlo significa togliere ai cittadini il potere (costituzionale) a esprimersi sulla propria appartenenza comunitaria. Parere che in questo momento storico, in cui la Provincia di Belluno potrebbe essere eliminata con atti incostituzionali del Governo e del Parlamento, è di formidabile importanza. Non servono sondaggi per capire che i Feltrini non vogliono farsi governare da province di pianura e rivendicano l’appartenenza all’area alpina.

Nessun Comune ha impedito lo svolgimento di questo tipo di referendum e pure il Consiglio provinciale di Belluno più di un anno fa l’ha votato a grande maggioranza. Si teme che un referendum per trasferirsi in provincia di Trento non abbia la concreta possibilità di ottenere il risultato desiderato. Questo timore è giustificato.

I feltrini con il referendum potranno, però, dire che parte vogliono stare, altrimenti altri decideranno al posto loro. I referendum sono strumenti che manifestano la volontà dei votanti, che vincolano il Ministro e il Parlamento a legiferare di conseguenza. Allo stato attuale la provincia di Belluno sarà accorpata a quella di Treviso o di Vicenza. Senza una forte affermazione della volontà dei cittadini e delle istituzioni bellunesi, anche mediante i referendum comunali, il nostro destino è segnato. Il Consiglio comunale di Feltre può mandare un segnale sulla determinazione di tutti i bellunesi a tutelare la propria autonomia amministrativa o annunciare la loro resa e il loro perpetuo asservimento.

Per questo è opportuno che il Consiglio comunale feltrino approvi il referendum. Anche perché, dopo una campagna elettorale basata sulla partecipazione democratica dei cittadini, un rinvio o una decisione negativa segnerebbe la peggior giornata della storia repubblicana di Feltre.

Movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti

 

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