A seguito dell’incontro organizzato lo scorso 13 febbraio a Belluno da Uapi, Confartigianato Imprese Veneto e Fondazione Colleselli, il successivo 18 aprile era stato presentato in Regione Veneto il progetto di legge “Misure urgenti per la tutela e lo sviluppo delle aree montane”. Ora delle anime candide credono, e purtroppo vogliono far credere alla Cittadinanza, che ciò basti per poter vagheggiare la costituzione di una sorta di “Provincia montana veneta”. A costoro e a chi si accoda desidero ricordare che “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno dei Cieli” (Matteo 19,23-24).
Infatti il D.D.L. approvato dalla Camera lo scorso 31 luglio, cosiddetto “spending review”, recepisce un subemendamento del Pd al precedente decreto, approvato dalla Commissione Bilancio, che prevede espressamente il criterio della contiguità territoriale per i Comuni che si vogliono (o in questo caso si desidera) spostare da un ambito provinciale a un altro.
I proponenti del progetto non tengono a mente quanto sopra e si ostinano a unire realtà territoriali ad oggi non contigue (requisito essenziale per la revisione delle Province). Nel nostro caso la Lessinia veronese e la Provincia di Belluno non hanno contiguità (almeno negli atlanti in mio possesso) se non a volo d’uccello e quindi l’operazione non ha alcuna speranza di venire alla luce. Per non parlare poi dei dati della popolazione, che mai e poi mai potrà arrivare alle 350.000 anime (riferimento categorico ai dati Censimento al 9 ottobre 2011).
In conclusione: l’unica speranza per noi Bellunesi risiede nel mantenimento dell’attuale Provincia, coi suoi confini storici, basandoci sulla peculiarità montana che la contraddistingue, già riconosciuta nel nuovo Statuto veneto, art. 15. Mantenimento per il quale il Movimento Bard si sta battendo e si batterà su tutti i fronti, con tutti i mezzi, fino alla fine.
Tomaso Pettazzi