“Questa è una fase di cambiamenti e riassetto, si è aperta la stagione che ci avvierà al congresso federale e alla ridefinizione di alcuni nostri equilibri e questa per noi deve essere vissuta come una nuova primavera che fortifichi tutti”. Lo afferma Diego vello, segretario provinciale della Lega Nord, in relazione alla bufera che ha coinvolto il fondatore del partito, costretto alle dimissioni.
“Il gesto di Umberto Bossi – prosegue Vello – dimostra la grande caratura politica dell’Uomo che tutti noi conosciamo, il suo insegnamento detta per noi la via della continuità di un progetto politica necessario per salvare il Popolo del Nord.
Non entro nel merito delle indagini, che sono compito dei magistrati e non di un segretario provinciale, ma il passo indietro del nostro Segretario Federale è un esempio di rispetto verso l’intero movimento da lui stesso ideato e verso le migliaia di militanti onesti e dediti al nostro obbiettivo che quotidianamente sono sul territorio.
Noi siamo Lega perché siamo l’unico Movimento che ancora conosce il termine base, il termine militante, che ancora si fonda sulla semplicità del fare politica in maniera popolare e vicina alla gente, tutto questo non può essere scalfito da faccende di qualche singolo elemento che deve essere cacciato a punito dalla Lega.
Ci avviamo verso la fase più importante del nostro Movimento degli ultimi 25 anni, ossia quello di ridefinire la macchina, è in questi momenti che l’unità, la forza, la caparbietà dei nostri uomini devono fondersi per uscirne ancora più forti e determinati. Noi siamo i custodi della Liga Veneta, custodi di quel Veneto che deve essere sempre più autonomo e sempre più distante da una Roma centralista che mette in crisi la nostra produttività e porta i nostri imprenditori al suicidio.
L’amore verso il territorio e la nostra gente – conclude Diego Vello -ono il vero progetto politico della Lega Nord e quel progetto vive nei nostri cuori coraggiosi, un progetto di libertà che deve necessariamente continuare in un momento dove il pressante giogo del potere romano sta strozzando imprese e famiglie del Nord”.