Il giorno dopo la chiusura delle elezioni è entrato in vigore senza preavviso un decreto ministeriale che sopprime le agevolazioni postali per l’editoria e le organizzazioni non governative no profit.
E’ un decreto di inaudita gravità contro il pluralismo democratico dell’informazione.
Si profila la chiusura di molti giornali profondamente radicati nella storia e nella cultura e nel territorio del nostro paese con conseguente perdita di posti di lavoro. La misura colpisce una miriade di pubblicazioni che, rompendo il monopolio del pensiero unico mediatico e televisivo, introducono nella società varianti culturali importantissime e costituiscono una delle maggiori ricchezze del Paese. Ma se c’è una cosa che è sotto gli occhi di tutti, è che in Italia “c’è fin troppa libertà di stampa”. La battuta è stata pronunciata da Berlusconi davanti ad Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse. Peccato che il rapporto di Freedom House, abbia relegato l’Italia al 72esimo posto nella classifica mondiale e al 24esimo tra le 25 nazioni dell’Europa occidentale, definendola un paese “partly free”», cioè parzialmente libero.
Francesco Masut – Circolo Pd cavarzano