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Rambo in Cadore a scuola da Alpini e Parà

L’esercitazione
Esercitazione militare congiunta in Val d’Oten, a Calalzo di Cadore. Militari americani (della 173esima brigata paracadutisti  U.S. Army) e italiani (del 7° reggimento Alpini, dell’8° reggimento Cividale e 17 parà carabinieri del Tuscania), da  lunedì 18 a mercoledì 28 ottobre 2009, si stanno esercitando a ridosso delle Dolomiti. Anche ieri, lungo la strada che conduce a Praciadelan, sono transitate Vtlm lince, hammer ed alcuni cingolati Bv 206 destinati al trasporto dei soldati, che nei boschi cadorini si stanno specializzando in corsi di roccia ed esercitazioni al poligono di tiro. In particolare le giornate di lunedì e martedì sono state utilizzate per gli addestramenti «a fuoco».

Tatiana Pais Becher assessore
Tatiana Pais Becher assessore

La polemica

E sono proprio i rumori che si sentivano provenire dalla Val d’Oten che hanno provocato una decisa reazione da parte dell’assessore alla cultura di Auronzo di Cadore, Tatiana Pais Becher, che ha manifestato la sua contrarietà all’esercitazione dicendo: «Il nostro territorio si contraddistingue per il silenzio e per l’armonia della natura e non per la presenza di armi e mezzi pericolosi- ha dichiarato la Pais Becher -. Le montagne per troppo tempo sono state teatro di guerra, ora bisognerebbe promuovere la cultura della pace e quello che sta avvenendo a Calalzo va in direzione completamente opposta».

Luca De Carlo sindaco di Calalzo
Luca De Carlo sindaco di Calalzo

La replica

Il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, ha così replicato: «Sono onorato di avere la possibilità di ospitare nel mio comune l’esercitazione. Questo anche in un’ottica di multiculturalismo e di arricchimento per la popolazione. Sono onorato – ha detto il sindaco Luca De Carlo – soprattutto per la funzione di addestramento che serve anche per portare al mondo la democrazia. Calalzo è abituata ad avere un poligono che per anni è stato anche sfruttato a dovere. Il fatto che ci siano gli americani poi rappresenta certamente una novità. Ho conosciuto di persona tutto lo staff, invitandolo anche a visitare il paese». Lunedì prossimo, una piccola cerimonia, saluterà i marines e gli alpini che si sono esercitati anche duramente durante l’esercitazione.

capitano Savio e maresciallo Noviello
capitano Savio e maresciallo Noviello

L’attività dei militari americani e italiani
Dormendo e lavorando anche sotto una pioggia incessante. Marciando e «imparando l’abc del come si va in montagna», ha spiegato il capitano Manuele Savio dell’8° alpini di Cividale. «Il modello italiano, che cerca la mediazione, il dialogo e il contatto con la popolazione è molto studiato dall’esercito americano. L’esercitazione è un confronto diretto da parte di entrambi. Notiamo molto interesse, sotto questo profilo, da parte dei militari», che quindi non imparano solo le «tecniche basilari di come si opera in montagna: come si fa un carico, il superamento di un torrente senza il ponte, il recupero di un ferito in quota».

Il contributo italiano
I reparti italiani «forniscono militari che si addestrano e istruttori di roccia (alpieri) – ha spiegato il capitano Savio -. Negli anni scorsi, prima della guerra dei Balcani, i rapporti tra l’U.S. Army e gli italiani erano più frequenti. C’erano molti più ufficiali che andavano negli Stati Uniti e viceversa per fare corsi. Molte più truppe che si addestravano all’estero. Dal 1996-97, quando scoppiò la guerra in Serbia e poi, nel 1999, in Kosovo e con la seconda del Golfo, le priorità sono state altre e le forze Nato sono state impegnate nei vari teatri operativi. Ora si sta cercando di ripristinare i vari rapporti di partneriato. Ecco quindi il perché di addestramento reciproco e di arricchimento biunivoco, con la conseguente possibilità di confrontarsi». Sotto quest’ottica la presenza degli Alpini e dei parà Carabinieri del Tuscania è scambio culturale ed esempio concreto al tempo stesso. Basti ricordare che il 7° reggimento Alpini di Belluno era in Kosovo al momento dell’indipendenza del 17 febbraio 2008, mentre il reggimento Msu dei carabinieri è schierato tutt’ora nell’ambito di Kfor (Kosovo Force) in varie municipalità del Kosovo.

I commenti degli ufficiali della 173ª Brigata paracadutisti U.S. Army
Il senior tenent U.S. Army John Tato ha spiegato che «la preparazione che offrono gli alpini e i carabinieri è di alto livello e il posto, nonostante la pioggia, è incantevole. Noi ci stiamo preparando per andare in Afghanistan a dicembre, in the Christmas time», ha concluso il tenente Tato. Il junior tenent Daniel Kroll, invece, ha parlato di una «preparazione tecnica molto impegnativa». Prossimamente, in occasione della ricorrenza del 4 novembre, il tenente colonnello Roberto Lanni dell’ufficio Pi dello Stato maggiore della Difesa, verrà a parlare a Lentiai per una conferenza dal titolo: «Cosa fanno i nostri  militari all’estero». L’appuntamento è alla Società operaia mutuo soccorso di Lentiai alle 20.30.
Federica Fant

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