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Progetto diga Vanoi: violata la normativa europea, ignorate le alternative. Manifestazione il 5 ottobre a Lamon

Valle del Vanoi, S. Martino di Castrozza, Passo Rolle e Primiero (Foto: www.vanoi.it)

“Sabato scorso, in una sala gremita di lamonesi, primierotti, feltrini e bassanesi, abbiamo parlato con l’eurodeputata Guarda, il consigliere Masolo e il professor Mezzalira del famigerato progetto diga che con ostinazione il Consorzio Brenta porta avanti nonostante l’ampia contrarietà delle nostre popolazioni e cosa che più sconcerta, ignorando completamente le alternative scientificamente provate a quest’opera”.

Michele Facen (Videomedia)

Lo riferisce Michele Facen, del Comitato per la difesa del Torrente Vanoi.

“Alternative che nel docfap presentato al dibattito pubblico non sono minimamente state affrontate – prosegue Facen – violando palesemente la direttiva europea, anzi dichiarando che i proponenti considerano un fallimento l’alternativa di non fare la diga. Certo, quando non si considerano le alternative scientifiche, non devastanti per l’ambiente montano e di vero ausilio per la pianura, ci si aggrappa ad idee sorpassate per risolvere problemi nuovi e impellenti.

Il presidente del Consorzio afferma che chi è contro la diga subirà il giudizio della Storia, non accorgendosi che professori universitari come D’Alpaos oppure il professor Comiti o lo stesso Mezzalira, già esperto forestale di Veneto Agricoltura, hanno indicato vie ben più ragionevoli, scientificamente provate e meno costose a quest’opera. Consigliamo, se ci è permesso, al governatore Zaia di ascoltare anche questi tecnici, non solo quelli che gli diranno ciò che già sa: la diga è in territorio con rischio idrogeologico P4 ed è pericolosa. Scoprirebbe allora che si possono recuperare le acque reflue per uso agricolo, che si possono ricaricare le falde di pianura non solo con le AFI ma anche con altri metodi, che esistono metodi di irrigazione ben più efficienti di quello vetusto a scorrimento, che le dighe alterano il deflusso ecologico di un fiume, non lo agevolano ed è persino ovvio.

Questo progetto diga invece sta creando fratture insanabili tra montagna e pianura quando invece dovremmo lavorare tutti assieme per risolvere problemi che non possono più attendere di essere affrontati con razionalità. Noi non siamo il Comitato del No soltanto, come ci definisce in assoluta malafede chi difende soltanto il partito del cemento che di per sé non ha nemmeno bisogno di essere difeso. La nostra petizione che ha sorpassato le 6000 firme recita: No alla diga, sì alle alternative.

Ricordiamo al presidente del Consorzio che la stanno firmando sempre più cittadini della pianura e diciamo a lui di mettersi dalla parte della storia, ascoltando la montagna e coinvolgendola veramente in un dibattito costruttivo. Noi, nel frattempo continuiamo a sensibilizzare la gente sulla questione e, come Comitato, annunciamo una manifestazione contro la diga per il 5 ottobre a Lamon. Una manifestazione che vuole essere un momento di riflessione – conclude Michele Facen del Comitato per la difesa del Torrente Vanoi – perché la storia non si ripeta tristemente ma soprattutto un appello perché si decida che stare dalla parte di un fiume, significa promuovere e salvaguardare la vita delle nuove generazioni”.

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