Anche quest’anno ci sforziamo di dare un senso alla giornata mondiale del 20 novembre. Dopo la Dichiarazione dei Diritti del Bambino (1924), la Dichiarazione Universale dei Diritti del fanciullo, a chiusura di un secolo che fu definito “il secolo dei bambini”, l’ONU promulgava il 20 novembre del 1989 la Convenzione per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Purtroppo non c’è stata nessuna vera rivoluzione culturale per promuovere convintamente e concretamente la difesa dei diritti dell’infanzia. Ancora troppo spesso apprendiamo di bambini scomparsi, bambini abbandonati tra i rifiuti, bambini vittime di violenze psicologiche, fisiche e sessuali, maltrattati e sfruttati; e poi ci sono gli orfani speciali, quei bambini che in un attimo di totale follia perdono la madre e il padre, in un contesto di violenza domestica. Questi orfani a causa di un femminicidio sono in Italia oltre 200 ogni anno. La maggior parte di loro ha tra i 6 e i 17 anni, ma ci sono anche casi di neonati e bambini piccoli.
Ricordiamoci dei bambini vittime di violenza assistita, bambini invisibili, che semplicemente scompaiono, perché spesso accade che nessuno si prenda cura di loro soprattutto nelle prime ore, nei primi giorni, nelle prime settimane, quando ci sarebbe bisogno di persone competenti che possano occuparsi di loro. Di tutti questi bambini non ci sono neppure dati reali. E come in ogni epoca, anche oggi milioni di minori sono direttamente colpiti da guerre e conflitti armati. I bambini e le bambine non causano le guerre, ma sono le vittime più vulnerabili, esposti a gravi violazioni, che sopporteranno per una vita intera lo stress dell’esperienza sotto i bombardamenti, un impatto gravissimo sulla salute mentale e sulle condizioni psicosociali di oggi e di domani.
I bambini hanno diritto alla vita, al gioco, alla pace, non al fragore delle bombe e della guerra. I bambini ci guardano, ci osservano, imparano dai nostri comportamenti. Ma quali comportamenti relazionali, affettivi, amicali apprendono, se è con l’esempio che li educhiamo? Possiamo forse far finta che non sia vero che troppo spesso noi adulti siano pessimi esempi? Ci aspettiamo forse che gli adulti di domani saranno migliori? Eppure loro, i nostri figli, i figli di tutti, scendono per le strade, riempiono le piazze, sventolano bandiere arcobaleno, manifestano per la difesa dell’ambiente, chiedono pace, giustizia, diritti agiti, uguali, sempre e per tutti.
Buon 20 novembre a tutti i bambini del mondo!
Associazione Dafne