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domenica, Aprile 2, 2023
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Sequestrato laboratorio tessile irregolare e oltre 8 quintali di sigarette di contrabbando

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno concluso un’operazione che ha consentito di sequestrare un laboratorio tessile, gestito in condizioni di assoluto degrado e con diversi fattori di pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Nel corso dell’intervento, i finanzieri del Gruppo Treviso hanno anche posto i sigilli a 10 quintali di scarti tessili, disseminati in ogni angolo dei locali aziendali (inclusi i locali caldaia e i servizi igienici) e a 45 macchinari per la lavorazione dei capi d’abbigliamento, tra cui tagliacuci, travettatrici, banchi da stiro e da lavoro.
Il laboratorio, delle dimensioni di circa 130 metri quadri distribuiti su due livelli, ubicato nel comune di Breda di Piave, era privo di aerazione e uscite di sicurezza, carente dei più elementari requisiti igienico-sanitari e dotato di impianti elettrici non a norma.
Il titolare della ditta, che produce per imprese locali, non è stato in grado di esibire ai finanzieri i documenti che attestassero il rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, gestione delle emergenze e smaltimento dei rifiuti.
I dipendenti, stranieri come il loro datore di lavoro, sono stati rintracciati negli immobili immediatamente adiacenti, anch’essi tenuti in stato di degrado, circostanza questa che ha permesso di ipotizzare lo sfruttamento dei lavoratori.
L’amministratore della ditta, pertanto, è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Treviso, oltre che per la violazione delle norme sulla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro, anche per il reato di caporalato.
La ricostruzione delle aziende che nel tempo hanno gestito il laboratorio tessile in sequestro ha permesso di appurare che, prima dell’attuale ditta, costituita nel dicembre 2021, a occuparsi delle produzioni tessili sono state altre cinque imprese, che, a partire dal 2011, si sono succedute ogni 2/3 anni, dopo aver maturato rilevanti debiti
con il Fisco.
Si tratte di vere e proprie imprese “Apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita “ad hoc”, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, ma cambiando solo il nome e la partita IVA.
Significativa la circostanza che le aziende, tutte gestite da cittadini stranieri, abbiano accumulato, in 12 anni, debiti con l’Erario per circa un milione di euro.
Il sequestro d’urgenza, eseguito con il supporto del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Treviso, è stato convalidato dal Tribunale di Treviso sulla base del grave quadro indiziario, anche in vista degli imminenti interventi dello S.P.I.S.A.L. – ULSS 2 Marca Trevigiana, dell’A.R.P.A.V. di Treviso, del personale tecnico del comune interessato e del comando della Polizia Locale.
L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso ha avuto il fine di tutelare la salute dei lavoratori e di colpire il comportamento di chi agisce nel mercato in modo sleale, a beneficio degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole: lo sfruttamento dei lavoratori, senza rispettare le più elementari norme in materia di sicurezza, consente di applicare prezzi altamente competitivi, in danno delle imprese che operano rispettando la legge, costrette a sostenere costi maggiori.

La Guardia di Finanza di Venezia, diretta dalla locale Procura della Repubblica, ha sottoposto a sequestro oltre 8 quintali di tabacchi lavorati esteri di vari marchi, privi del sigillo del Monopolio di Stato, che avrebbero fruttato sul mercato illegale almeno 150.000 euro.
Nella fase iniziale degli approfondimenti, i finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano hanno intercettato un corriere espresso all’atto di consegnare pacchi molto voluminosi presso un condominio nella zona centrale di Mestre: all’interno sono state rinvenute confezioni di sigarette – per un quantitativo complessivo di Kg. 240 –
provenienti dall’estero, che sarebbero state destinate presso il medesimo civico e indirizzate a nominativi di pura fantasia.
I successivi approfondimenti consentivano l’individuazione dell’effettivo destinatario della merce, poi sottoposto a perquisizione: presso la residenza dello stesso sono stati rinvenuti ulteriori Kg. 535 di sigarette di contrabbando, occultate in scatole a doppio fondo.
Il tracciamento del canale degli acquisti ha inoltre consentito di individuare due nuove spedizioni che sarebbero state destinate a Venezia, con il sequestro di ulteriori 40 Kg di sigarette presso alcuni spedizionieri.
Nel corso delle perquisizioni è stata inoltre rinvenuta documentazione che testimonierebbe l’esistenza, a Mestre, di uno “snodo di smistamento” delle “bionde”, tra vari Paesi dell’est Europa (in prevalenza, Polonia, Romania e Bielorussia) ed il Regno Unito; più nel dettaglio, il destinatario mestrino, di nazionalità moldava, avrebbe
ricevuto, con cadenza periodica, notevoli quantitativi di sigarette di contrabbando dalla Moldavia, grazie ad un’organizzazione criminale composta da tre soggetti stranieri ed uno italiano.
Il prodotto veniva custodito nell’abitazione di Mestre giusto il tempo necessario a “modificarne” gli imballi per il successivo invio, nuovamente tramite corrieri, in Inghilterra, mediante la compilazione di distinte recanti quali mittenti e destinatari nominativi di pura fantasia.
Un sistema delinquenziale ben collaudato che sarebbe stato reso possibile tramite l’utilizzo di documenti d’identità falsi, posti a corredo della merce, avente come ultima destinazione il Regno Unito.
Una volta arrivate a destinazione, le “bionde” sarebbero state pagate dagli acquirenti accreditando le somme dovute su un conto corrente acceso presso una banca privata londinese.
Il transito intermedio attraverso l’area Veneziana, secondo le ricostruzioni investigative, sarebbe servito ad eludere i rigidi controlli doganali effettuati nel Regno Unito nei confronti di prodotti provenienti dai Paesi dell’est Europa.
I 4 soggetti ritenuti responsabili sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria lagunare per il reato di contrabbando di tabacchi lavorati esteri, con l’aggravante della transnazionalità, oltre che per i reati di sostituzione di persona e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.

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