Qualche riflessione da parte della nostra categoria sul tanto atteso “Decreto Sostegno”, approvato nei giorni scorsi, con il quale è stata disposta una serie di misure a supporto soprattutto degli operatori economici.
Sono stati previsti contributi a fondo perduto per circa 3 milioni di imprese e professionisti che nel 2020 hanno perso almeno il 30% del fatturato medio mensile rispetto al 2019, indipendentemente dai codici Ateco. Il mancato richiamo ai codici Ateco (ossia la famosa combinazione alfanumerica che individua il settore economico di appartenenza) è decisamente un elemento positivo perché consente potenzialmente di erogare i contributi a tutte le categorie economiche, ed è conseguentemente più equo e di più facile applicazione. Questa volta peraltro si applica anche ai professionisti che erano stati sostanzialmente esclusi la volta precedente
Un po’ deludente invece è, a conti fatti, l’ammontare del contributo che verrà materialmente erogato agli operatori economici, una fragile stampella, più elevato per i soggetti di minore dimensione per ridursi via via nelle aziende con fatturato maggiore.
Dal momento che il contributo andrà calcolato sul decremento del fatturato medio mensile 2020/2019, lo stesso andrà da un massimo del 5% a un minimo del 1,67% sul decremento del fatturato. Trattasi si percentuali quindi decisamente ridotte.
Con la perdita del fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019, sarà comunque garantito un minimo di contributo di euro 1.000,00 alle imprese individuali e di euro 2.000,00 alle società.
Non resta quindi che aspettare l’apertura del portale per inoltrare la relativa richiesta.
Un’altra riflessione va fatta sulla prevista cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5.000 euro del periodo 2000-2010 per i soggetti con reddito inferiore a 30.000 euro. Trattasi di fatto di uno stralcio dei crediti inesigibili dallo Stato, relativo ad annualità già assoggettate ad altre misure agevolative, stralci e rateizzazioni ed evidentemente appartenenti a contribuenti irreperibili, forse ormai defunti, in pensioni, falliti e comunque riferiti ad una fascia reddituale medio bassa.
Si ritiene quindi che non possa definirsi un condono in senso stretto, ma piuttosto uno stralcio di crediti inesigibili che generano solo costi di gestione per l’agente della riscossione. Un vero condono sarebbe stato uno stralcio di ruoli ancora nei termini per la riscossione forzata.
Vanno inoltre segnalati, tra gli altri provvedimenti, la proroga del periodo sospensione del versamento di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento affidati, la proroga nel versamento delle rate da rottamazione e la definizione agevolata degli avvisi bonari sui periodi di imposta 2017 e 2018 per i soggetti che hanno subito un calo del fatturato.
Una menzione particolare merita infine l’istituzione del Fondo, destinato alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano, per la concessione di contributi a favore dei soggetti che esercitano attività d’impresa nei Comuni a vocazione montana appartenenti a comprensori sciistici. Trattasi di un provvedimento storico perché mai era stato previsto prima un ristoro così specifico per la montagna. Il timore è che, a detta degli operatori, lo stesso però possa risultare insufficiente perché non parametrato alle perdite di fatturato ma piuttosto sulle presenze turistiche, che non sempre rispecchiano le perdite in termini di mancati ricavi, spesso in costanza di sostenimento di costi fissi.
Dott.ssa Michela Marrone
Presidente Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
Provincia di Belluno