Il Decreto Dignità “soccorre” i soccorritori: grazie a un emendamento del parlamentare bellunese del Movimento 5 Stelle, Federico D’Incà, infatti, vengono superate le pastoie che il Jobs Act aveva causato ai volontari del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
“Il mio emendamento – spiega D’Incà, da sempre molto vicino alle realtà come il Soccorso Alpino, indispensabili alla montagna veneta, alle comunità locali e all’utenza turistica propria di quelle aree – fa rientrare le collaborazioni degli operatori volontari del Cnsas fra quelle che possono uscire dalla disciplina del lavoro imposta con il Jobs Act”.
Le collaborazioni delle figure tecniche previste dalle varie leggi, che riconoscono la fondamentale attività del Soccorso Alpino anche nel settore dei servizi di elisoccorso, vengono in sostanze parificate a quelle rese in favore di associazioni e società sportive. “I collaboratori del Soccorso Alpino che effettuano servizi attivi, ad esempio, presso le basi di elisoccorso – spiega il deputato bellunese – sono tutti coinvolti in altri rapporti di lavoro e prima del Jobs Act le loro attività specialistiche per il Soccorso Alpino venivano inquadrate come collaborazioni continuative”.
Il Jobs Act, che potrebbe imporre la trasformazione delle collaborazioni continuative di questo genere in rapporti di lavoro subordinato, ha portato notevoli e pesanti criticità in capo alla struttura. Struttura che, da tempo, aveva richiesto di incontrare le esigenze proprio di chi attua un pubblico servizio a favore della collettività e che lo Stato ha addirittura riconosciuto sin dal 1963 come elemento fondamentale per la montagna e riferimento esclusivo per le Regioni e le Province per l’attuazione del soccorso ed elisoccorso in ambiente montano, ostile ed impervio.
“Con l’approvazione del mio emendamento – avverte D’Incà – dopo oltre un decennio di tentativi, si fa finalmente chiarezza in questo assoluto labirinto e si porta un po’ di serenità tra i volontari e gli operatori del Soccorso alpino e speleologico, soprattutto tra quelle figure tecniche e specialistiche che erano state maggiormente penalizzate dall’entrata in vigore del Jobs Act. Un passaggio indispensabile per permettere a chi lavora per salvare vite umane di poterlo fare al meglio delle proprie possibilità e soprattutto nella massima trasparenza e osservanza delle norme”.