Focus delle Associazioni di categoria bellunesi (Confindustria, Confartigianato, Appia, Confcommercio e Coldiretti) ieri, presso la sede di Confartigianato Imprese Belluno, sul black out dei giorni scorsi in provincia: sul tavolo la rivendicazione dei danni subiti dalle aziende, ma prima di tutto la richiesta alla politica di un cambio di rotta.
“L’emergenza causata dal black out ha portato un disastro economico e di immagine che ripropone l’incapacità delle istituzioni di prestare ascolto alle categorie economiche”, così hanno apostrofato i Presidenti delle Associazioni di categoria.
Una cosa è certa: gli eventi oltre ai disagi hanno evidenziato il problema dello stato delle infrastrutture in provincia di Belluno. Non solo per il servizio elettrico, ma anche quello ferroviario, la mobilità in generale, telefonia, ecc..
“Come possiamo sperare di poter ambire ai Campionati mondiali di sci nel 2019 – si chiedono i Presidenti delle cinque Associazioni imprenditoriali bellunesi – quando restiamo isolati per più giorni, per una nevicata pur copiosa ?”
Il rischio di criticità della gestione delle linee elettriche era stato denunciato da tempo. “Non siamo stati ascoltati – continuano i Presidenti – nonostante la formalizzazione di una apposita comunicazione in tempi non sospetti che oggi dà fastidio a chi non vuole assumersi le responsabilità conseguenti: abbiamo solo fatto il nostro dovere”.
Dopo gli eventi, il fiorire di azioni di richiesta danni è stato alimentato da tutte le parti. Anche le Associazioni di categoria non si esimano da questa pratica per la ovvia tutela degli associati. Ma la decisione è di non fermarsi qui.
Infatti, coralmente i Presidenti degli imprenditori bellunesi precisano: “Abbiamo appreso la notizia che Regione Veneto ed Enti locali stanno valutando azioni legali eclatanti anche con il ricorso alla class-action. Sono iniziative che vanno nel senso da noi indicato e che ci vedranno in prima fila, ma che non debbono esaurirsi nella mera ricerca delle responsabilità che in ultima analisi sono imputabili a scelte politiche poco lungimiranti che ci interpellano come categorie economiche bellunesi”.
E’ chiara la linea tracciata dalle Associazioni. “Vogliamo proporre un percorso condiviso verso la piena applicazione di vasti spazi di autonomia amministrativa del territorio bellunese, come peraltro stabilito all’art. 15 dello Statuto della Regione Veneto. Chiediamo in particolare l’applicazione in tempi brevi della specificità bellunese: specificità che va riempita di contenuti perché non sia solo un’operazione sulla carta. Vogliamo capire in che cosa si sostanzia tale specificità e un attento monitoraggio sulle infrastrutture è un primo passo verso quella direzione”.
La concretezza delle idee e dell’azione è presto affermata con un preciso messaggio. “Proclamiamo lo stato di mobilitazione – dichiarano i Presidenti – e apriamo una vertenza con il Governo regionale che porti in tempi brevi risposte esaurienti e concrete per il territorio bellunese interpretando non solo il sentimento delle nostre imprese, ma anche quello dei cittadini residenti. Chiediamo che la Commissione regionale competente calendarizzi l’esame del progetto di legge di applicazione della specificità bellunese, così come quello del disegno di legge n. 370 del 31 luglio scorso”. “Da parte nostra – proseguono i Presidenti – intendiamo aprire un cantiere sui temi oggetto della specificità, quali: il governo del territorio, le risorse idriche ed economiche, la viabilità e i trasporti, il sostegno e la promozione delle attività economiche, l’agricoltura e il turismo, le politiche frontaliere e le minoranze linguistiche”.
I prossimi appuntamenti elettorali con le elezioni amministrative comunali ed europee dovranno essere il banco di prova per quanti concorreranno al vero cambiamento sui temi proposti.
“Basta promesse ora i fatti per il Bellunese” chiosano i cinque Presidenti.