Confartigianato Imprese Belluno chiede a tutti i Sindaci della provincia la massima attenzione nel calcolo dei parametri della Tares nei confronti delle imprese, al fine di non assoggettarle a doppia imposizione, visto che – in molti casi – già smaltiscono i propri rifiuti in modo esterno.
In questi giorni, il presidente Deon ha preso carta e penna e ha inviato a tutti i Comuni bellunesi una lettera con precise richieste, quali: l’esclusione nella determinazione della superficie assoggettabile al tributo della parte ove si formano di regola rifiuti speciali e delle aree esterne pertinenziali o accessorie ai locali tassabili, nonché di quelle destinate al transito e al parcheggio di veicoli; la riparametrazione del tributo alla luce dei costi già sopportati dalle aziende per lo smaltimento dei rifiuti con altri gestori. La richiesta dell’Associazione è anche estesa a una attenta e misurata definizione delle aree tassabili, sulle quali grava la maggiorazione base di 0,30 euro/mq destinata allo Stato e il cui importo arriverebbe a essere particolarmente pesante per le aziende se le superfici destinate al conteggio fossero troppo ampie.
Deon apre una porta ai Comuni proponendo una collaborazione costruttiva, mettendo a disposizione conoscenze e dati disponibili in Associazione.
“Importante è – precisa il presidente Giacomo Deon – che i Comuni nella spasmodica ricerca di fare quadrare i bilanci comunali non usino questo tributo come strumento per rientrare dei fondi non trasferiti dallo Stato e del mancato incasso dell’IMU”. E laconicamente Deon afferma: “ Le piccole aziende di questi tempi non possono permettersi di spendere soldi oltre misura!”.
“La Tares – continua il presidente Deon – deve rimanere nei limiti in cui il legislatore l’ha pensata: un tributo da pagare in relazione ai rifiuti prodotti e quindi proporzionale al servizio erogato. Il nostro impegno, quindi, è quello di confrontarci con le Amministrazioni comunali per valutare assieme i parametri per il calcolo. Non lasceremo passare in nessun modo il metodo del fare cassa a ogni costo”.
Il sasso è stato lanciato, ora spetta ai Comuni prestare attenzione alle aziende del proprio territorio, quelle che continuano a garantire lavoro e sviluppo.