Caccia e dintorni,si discute sulla possibilita’ che i cacciatori vadano nelle scuole per parlare di ambiente. E francamente mi chiedo cosa ne possa uscire di buono,probabilmente nulla. Un primo dubbio riguarda le loro ipotetiche competenze,e forse una certa confusione su una questione ambientale la cui complessita’ va ben oltre il seminare cavoli nei boschi per “nutrire” i caprioli o usare la motosega (piccolissima) per favorire con discrezione itinerari dedicati e spazi personalizzati.
E il secondo, inevitabile visto che si parla di scuola,riguarda proprio quella cultura delle regole che in talune dimensioni pare essere talvolta un po’ “elastica”. Alcuni esempi? Mi pare ci sia una in giro una legge dimenticata che parla di distanze minime da case e vie di comunicazione, e credo di aver visto (sempre in giro) delle altane che assomigliano tanto a degli opinabili usi edilizi. (A proposito, gli “sportivi” comodamente intronati nelle torrette hanno anche frigo edinternet? Curiosita’ solo per la seconda.)Mentre invece ho meno incertezze sull’italica furbata della caccia in deroga in periodi di normale chiusura. Una mal/destra idea elettorale non solo insensata e controproducente proprio da un punto di vista ambientale,ma che ogni anno ci costa anche multe da milioni di euro da versare all’Unione Europea. Qui noi ci limitiamo a chiudere ospedali,forse qualche tenue legame economico?
Altra problematica interessante quella della sicurezza, il troppo frequente ripetersi di incidenti spesso mortali, rapportato all’esigua numero dei praticanti, rappresenta non solo un dato nazionale tragicamente rilevante ma non puo’ che farci riflettere su un possibile pressapochismo che troppe volte ha coinvolto anche chi non c’entrava nulla. E si potrebbe continuare. Ma concludo con i consigli per gli acquisti,forse e’ meglio che lascino perdere i ragazzini e si comprino una playstation. Farebbero senz’altro meno danni.
Barbieri Moreno – Belluno