Ecco il passaggio chiave che i giornali non hanno riportato dell’intervento di Beppe Grillo a Parma.
«Siamo dentro ad un meccanismo diabolico, la sublimazione del debito. Siamo falliti l’anno scorso, secondo tutti i parametri, non siamo falliti solo perché le banche francesi e tedesche hanno in mano il nostro debito. Se fallivamo trascinavamo anche loro e quindi tutta l’Europa.
Ecco perché hanno mandato Monti, l’esorcista al contrario, che è qui per far recuperare i crediti a Francia e Germania.
I Francesi hanno comperato 511 miliardi di euro di debito italiano, pari a 1/3 del totale. E se compri il debito di uno stato, diventi proprietario di quello stato. In cambio, con il governo Berlusconi, abbiamo concesso ai francesi di fare 6 centrali nucleari in Italia e di far gestire la nostra acqua dalle loro multinazionali Eolia e Suez. Però succede l’incidente di Fukushima e quindi il nucleare non si fa più. Eppoi succede che c’è un referendum sull’acqua e 27 milioni di italiani dicono no alla privatizzazione. In più abbiamo dato l’agroalimentare ai francesi, la grande distribuzione dei prodotti alimentari, ecco perché vogliono fare la Tav, il grande traforo ferroviario in Val di Susa, per portare i loro prodotti in Italia.
Sfumato il disegno del nucleare e dell’acqua mandano Monti e la Bce dà 1.000 miliardi alle banche italiane. Di questi soldi non arriva nulla alle imprese, perché servono a ricomperarci il debito in mano ai tedeschi e ai francesi. Che in sei mesi hanno recuperato i loro soldi.
Ora noi possiamo andare affanculo, perché non siamo più niente per loro»!
A questo punto qual è la via d’uscita per il nostro Paese?
Secondo Grillo basta fare come l’Ecuador che ha dichiarato di non voler pagare il proprio debito perché immorale. Allora il Fondo monetario internazionale fa la denuncia, ma l’esito è favorevole all’Ecuador che si è difeso dicendo: facciamo come avete fatto voi Stati Uniti quando siete entrati con il vostro governo in Iraq, e i 150 miliardi di dollari di debiti non li avete pagati perché immorali. (Bellunopress)