Ad aver acceso le polveri qualche giorno fa probabilmente sono stete le precisazioni del Gruppo EVA Energie Valsabbia spa relative alla notizia del sequesto di una parte del cantiere per la costruzione della centrale idroelettrica sul torrente Mis.
La società, infatti, ridimensionava l’enfasi data alla notizia dicendo che le verifiche delle autorità riguardavano solo “una piccola parte dei lavori sui quali sono state contestate incongruità ed incompatibilità autorizzative per la presenza di usi civici con destinazione pastorale e per l’esatto tracciato delle condotte sugli stessi terreni”. La società inoltre, concludeva il comunicato della Valsabbia spa, “ha svolto e svolge le proprie attività nel pieno e assoluto rispetto delle autorizzazioni, delle normative vigenti e soprattutto degli accordi sottoscritti con il Comune di Gosaldo del 2007 nei quali il Comune di Gosaldo si è impegnato irrevocabilmente a concedere tutte le servitù ovvero, se necessario, a cedere alla scrivente i tratti sopra richiamati oltre che a porre in essere tutte le procedure amministrative necessarie a tale scopo”.
Il Comitato acqua bene comune rivolge il proprio appello ai consiglieri comunali di Gosaldo affinché difendano gli usi civici e quindi i diritti della popolazione. Ma venerdì viene convocato d’urgenza il consiglio comunale per il pomeriggio di sabato per discutere appunto i cambi di destinazione dei terreni di uso civico sui quali sorgeranno le centraline del Mis e della Gosalda. E per i quali, evidentemente, l’amministrazione aveva già preso dei precisi impegni con la società. Inevitabile quindi sabato pomeriggio l’accoglienza con fischi di protesta al sindaco Giocondo Dalle Feste, protetto dai carabinieri, da parte di una cinquantina di attivisti del Comitato Acqua Bene Comune di Belluno, che hanno manifestato per la svendita del territorio.