Nella mattinata del 25.06.2012, la Squadra Volante del Commissariato di Cortina d’Ampezzo ha fermato in località Borca di Cadore un camion di nazionalità tedesca; al conducente, S. H. nato nel 1989 Germania e lì residente, venivano richiesti i documenti di guida, quelli del veicolo nonché, il foglio di registrazione dell’orario di servizio della giornata in corso e quelli relativi ai ventotto giorni precedenti.
Dal controllo dei dati trascritti, gli agenti scoprivano che, proprio all’atto del controllo, il mezzo avrebbe dovuto essere fermo ed il conducente a riposo; circostanza chiaramente contraddetta dall’evidenza dei fatti. Vista l’ incongruenza chiedevano contezza al conducente circa la regolarità del cronotachigrafo non ottenendo, di rimando, alcuna risposta.
Per tale motivo effettuavano un approfondito controllo sul trattore stradale individuando la presenza, nel sensore di movimento dell’albero motore, di una calamita; detto magnete comportava così il blocco del sensore di velocità con conseguente annullamento sul cronotachigrafo delle informazioni riguardanti la movimentazione del veicolo. Chiesta contezza del dispositivo il camionista farfugliava alle giustificazioni del tutto inattendibili.
A quel punto agli agenti non rimaneva che contestare al conducente la violazione degli artt. 174/6 , 179/9 del C. della S.. e provvedere al sequestro della calamita.
Le conseguenze dell’operato di S.H. non si limitavano però a quello: dalla dinamica dei fatti emergeva chiaramente da parte del conducente anche la violazione del reato di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro ( art. 437 cp ). Poiché il concetto di pubblica incolumità nell’ambiente di lavoro, è qui rappresentato non solo dall’automezzo ma anche e soprattutto dalle strade ed i luoghi ove esso si sposta e sosta appare evidente come la condotta dell’autista abbia messo in pericolo non solo la sua sicurezza ma la vita e l’incolumità fisica di quegli utenti della strada che ha incrociato durante l’attività lavorativa svolta mentre doveva stare a riposo
Per tale ragione è stato deferito all’Autorità Giudiziaria di Belluno.