Le solite tre righette seminascoste sulla cosiddetta “legittima” dentro il Decreto sviluppo.
L’Italia è sull’orlo del baratro finanziario, la sua economia in stallo, la disoccupazione giovanile a livelli intollerabili, il ministro degli Interni parla di “autunno caldo”, in tutto il Paese c’è una brutta aria e il premier non trova di meglio da fare che sistemare il suo “arredamento”.
Tra le pieghe del Decreto sviluppo imposto e sollecitato all’Italia dalla Merkel e Sarkozy si nasconde infatti l’ennesima legge ad personam di Berlusconi: la “taglia-legittima” (o “anti-Veronica”). Tre righette con le quali viene rivista la cosiddetta legittima, ossia la quota di eredità che spetta per legge in caso di morte a moglie e figli. Qualunque cittadino sarebbe obbligato a girare il 25% del suo patrimonio alla moglie (Veronica Lario, nonostante vi sia una separazione in corso, rimane tale fino al divorzio) e il 50% ai figli. Solo il 25% può essere assegnato a discrezione di chi fa testamento. Ma in casa Berlusconi evidentemente c’è qualche problema. L’attuale formula infatti concentrerebbe automaticamente nelle mani della seconda moglie e dei suoi tre figli il controllo del Biscione, relegando Marina e Piersilvio nel ruolo di azionisti di minoranza.
Il Decreto sviluppo, cambia le carte in tavola e consente al premier maggiore discrezionalità, consentendogli, se lo desidera, di lasciare l’impero di famiglia ai due primogeniti e di ridimensionare la seconda moglie e i suoi figli a soci di minoranza.
Sorvoliamo sul merito giuridico della delicata questione (come tutte le questioni relative all’eredità), che andrebbe discussa molto di più dal Parlamento. Ma quel che ancora una volta lascia sbigottiti è il contesto della riforma: un decreto sullo sviluppo dell’economia italiana, urgentissimo, in uno dei momenti più gravi e cruciali per le sorti del Paese.
Forse il premier non ha ancora compreso che questa è l’ora dell’esempio, del coraggio, dei sacrifici, dei gesti virtuosi, insomma, dei servitori dello Stato. E non di coloro che corrono ai ripari per sistemare le proprie questioni prima della tempesta.
Francesco Masut