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giovedì, Dicembre 7, 2023
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Sparare ai piccoli e alle femmine giovani di cervo e capriolo si può, lo fa tutta Europa. Lo dice l’ufficio Caccia e pesca della Provincia

“Non possono che stupire i commenti apparsi sulla stampa da parte di animalisti e vari in merito al calendario venatorio adottato dall’amministrazione provinciale in quanto sono del tutto fuori luogo e fuorvianti di quanto invece adottato. – lo scrive in una nota l’Ufficio Caccia e pesca della Provincia di Belluno –  In primis va detto che i piani di abbattimento scaturiscono da censimenti accurati fatti dall’Amministrazione provinciale con la collaborazione dei cacciatori e lì confrontati e valutati in rapporto all’andamento degli anni precedenti. Si tratta di censimenti, stime e piani di abbattimento la cui metodologia è concordata con l’Università di Padova e con l’ISPRA, per garantirne la rigorosità scientifica. I dati che ne scaturiscono sono a garanzia di una corretta gestione faunistico venatoria , gestione che – va ricordato – in questi anni ha permesso di quintuplicare e , in certi casi (vedi cervo), di decuplicare le popolazioni di ungulati della provincia con buona pace dei vari untori. Le nevicate di due anni fa hanno inciso marginalmente sulla popolazione di cervo che è già tornata ai livelli del 2007, ed in alcune località è addirittura in aumento, cosa del resto che ci si aspettava perché la mortalità invernale incide sostanzialmente sugli animali deboli. La rabbia non ha assolutamente decimato gli ungulati poiché la mortalità della malattia su queste specie è sporadica e del tutto insignificante ai fini gestionali: 7 caprioli e 1 cervo morti per rabbia a fronte di una stima di popolazione di 14300 caprioli e 7630 cervi. Un minimo di informazione corretta sarebbe gradita prima di rilasciare dichiarazioni allarmistiche. Non è assolutamente vero che le femmine e piccoli di cervo siano categorie protette: già dal 1993, esse potevano essere abbattute e fanno parte del normale piano di abbattimento, mentre il divieto si attua il fino al 15 ottobre per le femmine allattanti di cervo e fino al 30 novembre per le femmine allattanti degli altri ungulati. Il prelievo di femmine e piccoli è un principio gestionale oramai assodato e indiscusso in tutto il mondo, perché una corretta gestione faunistica deve prevedere di mantenere le popolazioni con un corretto rapporto tra sessi e classi di età. Se così non fosse l’ISPRA ben si guarderebbe dall’esprimere parere favorevole al Calendario Venatorio. In realtà l’unica vera novità di questo Calendario Venatorio è la possibilità di esercitare la caccia primaverile ai cervi. Anche questa, è inutile ripeterlo, è una pratica ormai diffusa in tutta Europa e viene fatta proprio perché in questa stagione è più facile valutare correttamente i capi da abbattere . Ciò detto – conclude la nota – la verifica della corretta gestione adottata dalla Provincia, e concretamente realizzata in sintonia con il mondo venatorio, è data dal numero degli ungulati presenti in provincia che è in continuo aumento e anche miglioramento qualitativo, a rassicurazione di un estremo rigore tecnico-scientifico della gestione e di un corretto e maturo comportamento del mondo venatorio”.

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