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giovedì, Dicembre 7, 2023
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Maurizio Fistarol, l’arte della diplomazia, e la sua probabile candidatura a sindaco di Belluno nel 2012

Maurizio Fistarol senatore Pd
Maurizio Fistarol senatore Pd

Nel 1993 è stato il primo sindaco di Belluno ad essere eletto direttamente dai cittadini superando al ballottaggio il candidato della Lega Nord. Nel 1997 viene rieletto sindaco al primo turno con il 66, 2% dei voti. Oggi è al suo terzo mandato in Parlamento, deputato nel 2001 nella lista La Margherita, poi nel 2006 con l’Ulivo e nel 2008 senatore del Pd. Ora si profila l’ipotesi di un suo ritorno nel Comune capoluogo come candidato sindaco e quindi  leader del centrosinistra. Sarà questo il tema dell’intervista che andrà in onda giovedì sera alle ore 20 a Telebelluno, nella rubrica “Voce delle Istituzioni”.  Uno dei temi più discussi di questi giorni, infatti, è la questione del passaggio dell’intera provincia di Belluno dal Veneto al Trentino. «Con i referendum secessionisti bisogna andarci cauti – ha detto Fistarol –  perché si rischia di bruciarsi le mani. Nel momento in cui una comunità si dovesse pronunciare sulla secessione dal Veneto, così come accaduto per alcuni comuni, questa volontà rimane come un macigno anche se a questo referendum non si dovesse dare seguito. Qualcuno gioca con i referendum per motivi tattici per ottenere l’autonomia dalla Regione, ma per fare questo sono favorevole a forme di pressioni molto forti. Organizziamo 50 pullman di bellunesi che vadano in consiglio regionale, ma il referendum secessionista è un’altra cosa». Fistarol appoggia la battaglia dei comuni contro i tagli contenuti nella manovra finanziaria. Tema su cui l’ex sindaco di Belluno è intervenuto anche oggi in Senato. «Ci sono tagli alla spesa pubblica improduttiva che si dovrebbero fare» ha detto «e non si fanno. Un esempio? L’eliminazione di province come Roma, Milano, Napoli e Torino, province inutili che coincidono di fatto con le rispettive grandi città e tagli che sono, invece, da codardi perché il governo mette la patata bollente nelle mani altrui. Mi riferisco ai tagli nei trasferimenti di fondi a regioni e comuni che comporteranno inevitabilmente la diminuzione di servizi o l’aumento delle tariffe o ai tagli ai fondi dell’Anas che hanno come conseguenza il mantenimento della tassa sui passi carrai o l’aumento dei pedaggi autostradali».

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