Si è tenuta mercoledì mattina in centro città la cerimonia per il 64mo anniversario della fondazione della Repubblica. Dopo il ritrovo in piazza Duomo alle 10.50, il corteo composto dalla Banda Città di Belluno, il picchetto del 7mo Reggimento alpini, i gonfaloni del Comune di Belluno e della Provincia, le autorità, le rappresentanze delle Forze dell’Ordine e le Associazioni combattentistiche e d’Arma ha raggiunto piazza dei Martiri. Qui si è tenuta la cerimonia dell’alzabandiera ed il prefetto Carlo Boffi ha portato il messaggio del capo dello Stato. E’ seguito il concerto della Banda Città di Belluno in piazza dei Martiri. La giornata si è conclusa con l’ammainabandiera nel pomeriggio con il 7mo Rgt alpini. E il concerto alle 20.30 al Teatro Comunale di Belluno, a cura dell’Associazione Musicale Culturale “Antonio Miari”.
Il retroscena e le polemiche sugli assenti
A Roma i ministri leghisti hanno presenziato al Quirinale, ma non si sono visti alla sfilata. Mentre a Belluno i rappresentati del Carroccio, con l’onorevole Franco Gidoni e il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin hanno partecipato al corteo in piazza dei Martiri e non hanno risparmiato critiche agli assenti del Pdl e del Pd. «Non vedo parlamentari del Pd né del Pdl» ha detto Bottacin. «mentre in occasione del 25 aprile scorso, qualcuno aveva perfino fatto un’interrogazione chiedendo spiegazioni sulla mia assenza alla celebrazione a Belluno. Ero a Feltre e non potevo certo dividermi!», ha concluso il presidente della provincia. L’onorevole Maurizio Paniz (Pdl), sentito al telefono ha detto «ero a Bassano del Grappa, un parlamentare ha il dovere di rappresentare tutte le parti d’Italia. E comunque nel pomeriggio sarò al ricevimento in Prefettura e poi andrò, con molto piacere, al concerto al Teatro comunale». Il senatore (Pd) Maurizio Fistarol ha saltato le celebrazioni formali del 2 giugno «per motivi di salute. Ma andrò sicuramente al ricevimento in prefettura alle 18.30».
La ferita aperta di Sappada
Sul “caso Sappada”, il comune che vuole andarsene in Friuli e ha ottenuto il beneplacito nel corso dell’ultimo consiglio provinciale, il prefetto Carlo Boffi ha espresso il suo dispiacere. «Se dovessimo perdere Sappada, ci sarebbe dell’invidia per il collega che se ne occuperebbe», così il prefetto di Belluno ha manifestato, ancora una volta, il suo amore per la provincia, dimostrando quanto gli stiano a cuore «tutte le questioni, anche politiche, che insistono» sul territorio. Il sindaco del Capoluogo, Antonio Prade, si allinea con «quanto ha detto il governatore Luca Zaia», che aveva espresso la sua opinione dicendo che «i sappadini hanno delle rivendicazioni giuste e corrette alle quali noi dobbiamo dare delle risposte e chiederle al governo, ma i problemi non si risolvono andando oltre confine, sarebbe come spostare la polvere da un posto all´altro». Per Prade «bisogna recuperare un po’ di tensione, perché permangono questi segnali, ma la strada da percorrere è il federalismo». Il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin, invece, ha ribadito che «è assolutamente coerente con la Costituzione che un comune se ne vada via. Ora però è solo il Parlamento che può decidere». L’onorevole Franco Gidoni ha ricordato che vi sono «54 comuni italiani che vogliono andare in altre province. Non mi pare non sia coerente con la festa della Repubblica. Rimangono tutti in Italia».
L’opinione del sindaco di Cortina Franceschi
Sul «federalismo», ha preso posizione anche il sindaco di Cortina, Andrea Franceschi. «Ritengo che proprio il federalismo possa essere la soluzione. Un federalismo equo, solidale, responsabile, che si inserisca all’interno della cornice dell’unità nazionale e che metta fine alle ingiustizie che contribuiscono proprio alla frammentazione del quadro sociale ed istituzionale. Dico con forza basta agli sprechi di alcune Regioni che vengono pagati con i soldi di noi cittadini. Basta anche alle Regioni a statuto speciale che vivono in un mondo fatto di privilegi fuori dal tempo, pagati anche con i nostri soldi. Dico basta ai Comuni gestiti male che poi ricevono in regalo centinaia di milioni di euro per risanare i bilanci (Catania e Roma ndr). E basta ad uno Stato pieno di carrozzoni messi in piedi solo ed esclusivamente per dare una poltrona agli amici e agli amici degli amici». Un cenno alla manovra del governo, che Franceschi ha definito «necessaria per far stare in piedi il Paese». Il sindaco di Cortina ha aggiunto: «appena si è iniziato a parlare di tagli agli stipendi, di soppressione di province, di comunità montane e di consorzi Bim tutti gli interessati si sono affrettati a gridare “è giusto tagliare, ma non il mio ente perché ce ne sono di più inutili e di più inefficienti”. Ma che ragionamento è? Leggendo le dichiarazioni di alcuni politici sembra di assistere all´orchestra del Titanic che continuava a suonare mentre la nave affondava». Andrea Franceschi ha concluso dicendo in nome del risparmio collettivo rinuncerebbe al suo stipendio da sindaco. «Chi amministra bene deve essere premiato. Chi amministra male deve andare a casa», poi solo un «viva la Repubblica e viva l’Italia». E la gente applaudiva.
Federica Fant