Non ci sarà nessun commissariamento al Comune di Belluno né votazioni anticipate. Nella riunione di ieri sera (venerdì 23), infatti, il coordinatore provinciale del Pdl, onorevole Maurizio Paniz, è riuscito a ricucire lo strappo interno al partito. In gioco c’era il futuro della città con il conseguente caos politico che si sarebbe determinato se i 7 consiglieri del Pdl in quota a Forza Italia (Domenica Piol, Francesco La Grua, Mario Visone, Orazio Da Rold, Antonio Marrone, Michele Palumbo e Antonio Uneddu) fossero rimasti inamovibili nelle loro posizioni che il 30 settembre scorso erano sfociate nel voto contrario all’approvazione del bilancio. Di fronte a tale ipotesi e nell’interesse primario della città, i sette consiglieri del dissenso hanno accolto l’appello alla responsabilità pronunciato da Paniz. Un atto di fiducia al partito, dunque, chiesto al di là di chi occupa la poltrona di primo cittadino; considerato che il disaccordo era stato provocato da una serie di decisioni che Prade avrebbe posto in essere senza la condivisione della sua maggioranza. Non già sui principi politici che reggono il centrodestra, sui quali i sette consiglieri, ora assenzienti, si sono sempre riconosciuti e non sono mai venuti meno. Il rifiuto ad oltranza dei 7 consiglieri all’appello del segretario provinciale Paniz, tuttavia, avrebbe inevitabilmente provocato la loro uscita dal partito. Un’ipotesi totalmente estranea al loro obiettivo e alla loro volontà. Ma allora tanto rumore per nulla? Tutto come prima? Non proprio. Perché rimangono le perplessità dei sette su alcune scelte di Prade, come ad esempio, la questione Salmaso ex comandante della Polizia locale, il licenziamento su due piedi dell’assessore Denio Dal Pont, la nomina del suo portavoce Agostini proveniente dalla sinistra, affiancato poi da un secondo “portavoce” Vescarelli che doveva non pesare sulle casse comunali, ma alla fine è stato nominato consigliere della Ser.Sa. al posto di Maurizio Schenal. Oltre alla scelta di Ermanno Gaspari ai vertici della municipalizzata Bellunum, e quella del segretario generale Riccardo Nobile. Tutte questioni poco condivise dalla maggioranza che, per il momento, rimangono nel limbo, in forza di quella più importante “ragion di stato” che in questo momento pretende la stabilità di governo della Città di Belluno, indipendentemente da chi riveste la carica di sindaco.