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Belluno 1943-1945, il maresciallo Pallua non era un crudele assistente: la precisazione del figlio

Riceviamo e pubblichiamo la precisazione corredata di documentazione del signor Egmar Pallua (figlio di Ludwig Pallua), in relazione alla lettera a firma di Zenone Sovilla pubblicata qualche giorno fa (https://www.bellunopress.it/2011/01/26/lettera-aperta-al-sindaco-prade/) laddove parla dello “spietato tenente Georg Karl – criminale rimasto impunito, probabilmente fuggito oltreoceano – e ai suoi solerti e crudeli assistenti come i sudtirolesi Karl Tribus, Karl Lanznaster e Ludwig Pallua”. 
  
Egregio signor Sovilla
Mi permetto di allegare alcuni documenti che esprimono ben altro quadro di mio padre L.Pallua, che le calunnie propagate dopo la guerra da estranei, che mio padre non conoscevano,come testimonia la dichiarazione dell’allora Vescovo di Belluno,Bortignon,(lui non estraneo alla resistenza) e la testimonianza di un comportamento pieno di comprensione per gli illegali combattenti per la libertà (considerati allora fuorilegge agli effetti della legge) ed i loro congiunti, testimonianza resa anche da parte del Maggiore Doglioni, ex combattente per la libertà e dal Maresciallo Padoan, Maresciallo degli agenti di custodia delle carceri giudiziarie di Belluno. Che l’immagine originata da un sedicente comandante della Brigata Calvi, Ludi, figlio di un collaboratore stretto di mio padre nella Cassa Di Risparmio Della Prov.BZ, (che fervente nazista lasciò la casa paterna per recarsi nella patria del suo agognato nazismo, dove fra altre attività partecipava alla selezione razzistica di rifugiati, in prevalenza dalla Lituania,rendendosi con il suo lavoro dalla scrivania compartecipe come molti alla crudele sorte di esseri umani.- attività riportate nelle sue memorie). Memorie,che oltre a ricordi nebulosi personali, con interpretazioni soggettive, che degenerano in calunnie e pettegolezzi, non possono essere considerate verità oggettive, in quanto pieno di contraddizioni. (Cosi’ l’editore delle memorie G. Steinacher nella prefazione.) Convinto che mio padre espletava il servizio di interprete (non traduttore) nella sede del SD a Belluno non nel senso del dovere, scusa di tanti, ma spinto da solidarietà umana verso degli esseri umani,considerati fuorilegge dal suo superiore ten. Karl e sapendo dell’atroce sorte degli interrogati cercò di piegare le deposizioni a favore degli interrogati ,rischiando procedure contro se stesso e rappresaglie contro la sua famiglia,(in tal modo riuscì, mai ringraziato da costui, a salvare la vita al disertore e partigiano Ludi ). Mio padre non appartenente al partito nazista, cattolico,non ha mai partecipato alle crudeli esecuzioni di combattenti per la libertà e a torture di interrogati. Per ulteriori informazioni io posso essere a Sua disposizione. Non voglio dilungarmi ma la prego di esaminare la posizione di mio padre,che prima della sua morte nel ’64, era stimatissimo anche nella comunità italiana, nonché da membri della resistenza. E la prego di rendere giustizia al buon nome di mio padre,che in base a queste memorie è stato deturpato in molti giornali.
Avendo fiducia nella Sua oggettività:
Saluto cordialmente
E.Pallua

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