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sabato, Maggio 18, 2024
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Donna e sindaco di un comune delle Dolomiti. Ecco l’identikit del nuovo presidente della Provincia secondo il Bard

Donna e che sia già sindaco di un Comune delle Dolomiti. Questo in estrema sintesi l’indicazione di voto che il Movimento Bard (Belluno autonoma Regione Dolomiti) dà ai sindaci, che saranno presto chiamati ad individuare chi reggerà la provincia secondo le nuove regole elettorali. Eccole le donne sindaco dei Comuni delle Dolomiti bellunesi:  A Santo Stefano di Cadore Alessandra Buzzo, a San Pietro di Cadore Elisabetta Casanova Borca, a Pieve di Cadore Maria Antonia Ciotti, ad Auronzo di Cadore Daniela Larese Filon.belluno-provincia-autonoma

Visti gli esiti degli incontri di una parte dei Sindaci della provincia di Belluno, svoltosi il di recente e su sollecitazione del Sindaco di Belluno il BARD comunica che:

  1. I temi oggetto del mandato del nuovo Presidente sono quelli individuati anche dal BARD. In particolare si rileva l’impegno per l’attuazione (parziale) dell’autonomia, esigendo il trasferimento, entro la legislatura, delle competenze previste dalla Legge Regionale 25/2014, in attuazione dell’art.15 dello Statuto Veneto. Anche se è diffuso lo scetticismo in merito alla sua reale applicazione in tempi brevi visto che ci sono voluti 830 giorni per avere la legge attuativa!

  2. La Legge 56/2014 (detta Delrio), che il BARD non condivide, ha però un aspetto rilevante nel definire le funzioni del nuovo Presidente. Essa, infatti, assegna alla provincia un ruolo sussidiario a quello dei comuni (comma a, art 85, …”Cura dello sviluppo strategico del territorio e gestione in forma associata in base alla specificità del territorio”…), privandola della sovranità la fa diventare un organo di pianificazione e programmazione. Fatta salva la funzione amministrativa nella gestione degli edifici scolastici, delle strade provinciali e della gestione di funzioni delegate dai Comuni, dalla Regione e dallo Stato, la Provincia non ha più una prevalente funzione amministrativa che sta in capo ai Comuni e alle loro Unioni. Ciò significa che il nuovo Presidente dovrà trovare l’accordo tra gli Enti locali per orientarne l’azione amministrativa verso l’interesse strategico comune. Egli dovrà avere grandi capacità di mediazione ed essere scelto e sostenuto dal maggior numero possibile di Sindaci e Consiglieri provinciali.

  3. La stessa Legge 56/2014, assegna alla Provincie interamente montane nuove e importanti funzioni  di rappresentanza delle comunità Dolomitiche (comma b art.85 “cura le relazioni istituzionali con Province autonome, Regioni a statuto speciale ed Enti territoriali di altri Stati…), verso le realtà istituzionali confinanti e non più una mera subordinazione alla Regione Veneto. Ciò impone al nuovo Presidente una visione strategica di queste relazioni che il BARD ha già elaborato nel suo progetto istitutivo della Regione Dolomiti e che ha in parte già iniziato a costruire, in particolare, con le Province autonome di Trento e Sud-Tirol. Ora l’istituzione eletta, sia pure in modo indiretto, avrà il potere di stipulare gli accordi bilaterali necessari per affrontare i gravissimi problemi di competitività dei sistemi territoriali bellunesi. Serve un Presidente che condivida questo progetto.

  4. Il ruolo, i poteri e le funzioni della nuova provincia non sono assimilabili a quelli della istituzione precedente. Ora è organo di governo di area vasta nella quale chi ha reale potere amministrativo sono i Comuni. Perciò vecchi metodi non sono adatti nella nuova situazione. É necessario che il Presidente e i consiglieri siano espressione di una larga maggioranza dei cittadini bellunesi. Questo non può essere assicurato solo dai partiti, poiché moltissime amministrazioni sono espressione di liste civiche non assegnabili e dei quali (per fortuna) non si determinano i comportamenti.

  5. Essendo la nuova Provincia, l’ente preposto all’esercizio delle funzioni comunali associate, non appare opportuno mescolare o trattare, in questa fase di emergenza costitutiva del nuovo ente, anche gli incarichi delle altre società che devono essere rinnovati. Solo tenendo separate le questioni si elimina la tentazione di praticare vecchi modelli di spartizione di incarichi amministrativi in base ai risultati elettorali. Che in questo caso non può nemmeno essere considerato tale, visto che votano persone già elette in elezioni svolte in periodi differenti con leggi diverse. L’obiettivo è di dotarsi di una governance adeguata alle nuove e diverse competenze dell’ente e all’emergenza sociale ed economica di un territorio rimasto senza governo per tre anni e mezzo.

  6. La legge elettorale provinciale, assegna pesi diversi ai voti degli elettori, cosicché i consiglieri di Belluno e Feltre peseranno, insieme, quanto tutti gli altri. Se il nuovo Presidente dovesse essere il frutto di accordi limitati ai partiti (accordi che consideriamo necessari, ma non sufficienti), accadrà che tutti i comuni Dolomitici saranno privi di rappresentanza e, di conseguenza, il Presidente sarà indebolito e privo di reali capacità di fare sintesi nell’interesse dell’intero territorio. In questo caso è apprezzabile che i Sindaci di Belluno e Feltre abbiano rinunciato a una loro candidatura. Sarebbe meglio che le comunità (Feltrino, Agordino, Val Boite, Cadore-Comelico, Bellunese-Alpago, con la riserva di un posto in Consiglio per lo Zoldo per la comunità che esprime il Presidente) decidessero i due candidati sui quali far convergere il massimo dei voti espressi nel proprio territorio. Un accordo tra pochi Sindaci, peraltro degni di tutta la nostra stima, non può assicurare l’esito del voto che è imprevedibile. Non conviene rischiare, pena la rapida perdita di prestigio del Presidente eletto. Solo la libera scelta dei Consigli comunali per area, assicura l’elezione di rappresentanti di tutte le comunità. Ciò sarebbe assicurato, anche se si dovessero presentare più liste, facoltà che non si può certamente limitare con accordi tra Sindaci, perché bastano 39 elettori per presentare una lista e 116 per presentare un candidato Presidente. É ovvio che in assenza di rappresentanza delle comunità Dolomitiche, il BARD si impegnerà per presentare liste e un candidato Presidente alternativi.

  7. Per il BARD è d’importanza strategica che il nuovo Presidente condivida la necessità di una crescente integrazione dell’economia montana bellunese con le altre in area Dolomitica, senza per questo trascurare i positivi rapporti con l’economia veneta. In questo quadro è di elevata importanza attivarsi per l’adesione all’Euregio, ora formato solo da Trentino, Sud e Nord Tirol con la presenza del Vorlberg come osservatore. L’Euregio è una delle tre Regioni europee sulle quali l’Unione intende investire per dare una nuova struttura al governo unitario di aree omogenee com’è il territorio alpino. Restarne fuori per una malintesa fedeltà veneta o peggio per meschini calcoli di interesse di parte sarebbe una sciagura.

Date queste premesse emergono i caratteri del candidato Presidente.

  1. Dovrebbe essere un Sindaco di grandi capacità di mediazione, riconosciuto per la sua attitudine a trovare una sintesi soddisfacente tra esigenze diverse. Poco importa che sia assegnato a un area politica o ne sia estraneo, anche se nel secondo caso, forse, avrebbe relazioni facilitate dal suo non appartenere a schieramenti predefiniti.

  2. Dovrebbe avere capacità di costruire buone relazioni con i nostri vicini di casa e con le istituzioni di altri Stati e della UE.

  3. É preferibile che esso sia un Sindaco di un Comune delle Dolomiti, perché alcune dinamiche e necessità vitali per la montagna bellunese, le conoscono e le capiscono meglio chi ci sta e l’amministra giorno per giorno.

  4. Non dovrebbe avere preventive dichiarazioni di essere sgradito in partenza ad altre amministrazioni comunali nel territorio di riferimento.

  5. Dovrebbe condividere l’impegno per ricostruire relazioni di reciproco vantaggio strategico con i territori alpini adiacenti. Sindaci che abbiano già avviato proficue collaborazioni con Comuni e Provincie alpine confinanti sarebbero da preferire.

  6. Dovrebbe essere una persona che per il suo carattere personale sia capace di evitare il più possibile conflitti e contrasti con i propri collaboratori.

  7. Dovrebbe aver già dimostrato, con le sue scelte precedenti, di aderire a una politica di rivendicazione di maggiore autonomia e, quindi, di maggiore responsabilità gestionale  nell’esercizio delle proprie funzioni pubbliche.

  8. Sarebbe bene che fosse una Sindaco perché in questo modo attueremo subito uno dei principi della legge, che prevede la riduzione delle differenze di genere e, inoltre, avremmo maggiori garanzie di attuazione delle competenze previste dalla legge al comma f. dell’art.85 relative alle pari opportunità.

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