Ieri pomeriggio nella sala al completo dell’albergo Piol di Limana con oltre 100 presenze, in tre ore ininterrotte di conferenza, Franco Fracassi, giornalista indipendente, inviato di guerra, autore di una trentina di libri inchiesta, ha spiegato i meccanismi della propaganda di guerra, il conflitto Ucraina-Russia, e la questione dei biolaboratori. Una strana guerra, quella Ucraina-Russia – ha sottolineato Fracassi – che presenta diverse anomalie con le guerre convenzionali del passato. In Iraq, ad esempio, la coalizione occidentale attuò bombardamenti a tappeto alle infrastrutture, centrali elettriche, ferrovie, ponti ecc. e poi l’invasione di terra con l’esercito. La Russia non ha fatto altrettanto nei confronti dell’Ucraina, pur disponendo di un nutrito arsenale militare; le ferrovie funzionano ancora e il gas utilizzato dall’Ucraina è tutt’oggi importato dalla Russia. Per quanto riguarda i biolaboratori Fracassi ha dato notizia del buon esito della protesta che ha avuto luogo nei giorni scorsi a Pesaro, contro l’insediamento di un biolaboratorio dove sarebbero stati manipolati virus e batteri con finalità principalmente militari, mirate alla guerra batteriologica. L’amministrazione del Comune di Pesaro, preso atto della situazione rappresentata, ha quindi deciso di sospendere qualsivoglia progetto di laboratorio, che tra l’altro – ha sottolineato Fracassi – sarebbe dovuto sorgere in un’area a rischio alluvione, con le gravi conseguenze per la fuoriuscita di virus o batteri in sperimentazione. Rischi di frequenti incidenti che, del resto, nei biolaboratori, erano stati constatati anche durante l’amministrazione Obama. Fracassi ha parlato di una sua ricerca sui laboratori oggi esistenti nel mondo, e l’inquietante constatazione che i focolai di epidemie degli ultimi decenni hanno avuto origine proprio nelle aree laddove c’erano questi biolaboratori. C’è anche un retroscena nella scelta di Pesaro per la realizzazione del biolaboratorio. Da quando, infatti, in Indonesia il potere è passato nelle mani del riformista Joko Widodo (elezioni del 2014, riconfermato nel 2019) che ha sconfitto lo sfidante, ex generale Prabowo Subianto ex genero di Suharto, dittatore sanguinario che eliminò dai 500mila ai 3 milioni di oppositori comunisti, sostenuto da Usa e Gran Bretagna, cambiano anche i rapporti e gli equilibri con l’America. Il presidente Joko Widodo, tra le altre cose, vuole vederci chiaro sui biolaboratori e, apprese le finalità e i rischi degli esperimenti, decide di liberarsene. Perduta l’indonesia, da dove sono stati sfrattati, la scelta ricade su un altro stato-colonia. Indovinate chi? L’Italia, ovviamente, che si era dimostrata particolarmente accondiscendente soprattutto nella sperimentazione dei vaccini mRna. Ma questa volta, l’informazione ha prevalso sulla propaganda e, per ora, il biolaboratorio non si farà a Pesaro. Scommettiamo che ci riproveranno in qualche altro Comune italiano, ungendo a dovere gli ingranaggi?