Sanità pubblica e affari privati! E’ questo il vero titolo che avrebbe dovuto avere il convegno che il Dipartimento Imprese di Fratelli d’Italia ha organizzato a Padova il 12 maggio.
Lo sostiene il Coordinamento Veneto sanità Pubblica CoVeSaP nella nota che segue dove evidenzia i rischi di cessione di quote della sanità pubblica a favore di quella privata.
Il titolo originale del convegno era “Impresa & sanità. La sanità del prossimo futuro tra pubblico e privato”. Ma l’interrogativo da porsi era perlopiù il seguente: quanto può guadagnare il privato investendo nella sanità?
La campagna per la promozione della sanità privata – prosegue la nota – ha trovato nuova linfa in questi mesi di governo della destra: sempre più insistenti gli articoli sulla stampa; la crisi del servizio sanitario nazionale usata come grimaldello per invocare l’ineluttabile necessità di ricorrere al privato, a quello convenzionato, a quello delle cooperative ma, perché no, anche al privato e basta.
Si vive tra emergenze accuratamente pianificate ed ora siamo alla resa dei conti, cade la maschera e per il futuro del servizio sanitario è manifesta la svolta verso il privato.
Al convegno di Fratelli d’Italia è stata invitata l’Assessora regionale alla sanità Manuela Lanzarin. Siamo molto dubbiosi – sottolinea la nota del CoVeSaP – che l’assessora in quella sede abbia difeso la Sanità Pubblica e abbia rivendicato l’attuazione piena dell’art. 32 della Costituzione e della la Riforma sanitaria del 1978 , ovvero un’Assistenza sanitaria pubblica, di qualità, gratuita ed accessibile a tutti.
Tra i relatori del convegno Vincenzo Papes del Gruppo “Centro Medicina e Casa di cura Villa Maria” che pochi giorni fa in un intervento sulla Tribuna di Treviso illustrava in maniera chiarissima la situazione: “… finora il privato in Veneto è stato a supporto del pubblico, ma presto diventerà un’alternativa … in Veneto la sanità privata copre il 6%, in Lombardia il 39% del Servizio è privato”.
Chiaramente è l’obiettivo da raggiungere.
Cosa resta al Servizio Pubblico? I malati gravi e più costosi come gli oncologici e i cardiopatici.
infine l’invito è ad incentivare assicurazioni private e fondi assicurativi. Non casualmente uno degli obiettivi delle Richieste di Autonomia Differenziata della Regione Veneto nella Intesa siglata con il Governo è “maggiore autonomia legislativa, amministrativa, ed organizzativa in materia di istituzione e gestione fondi sanitari integrativi”.
Tuttavia, questo non è il primo evento di questo tipo, ce ne sono stati nel 2022, sponsorizzato dal Governatore Zaia in persona, e anche negli anni precedenti.
Siamo sicuramente su quella strada, lo testimoniano gli oltre 800 posti letto persi dal Servizio Pubblico negli ultimi dieci anni e gli 833 guadagnati dal Privato che in alcune branche come la Riabilitazione la fa da padrone. I poliambulatori e i centri medici privati che da 258 nel 2011 sono più che quadruplicati arrivando a 947 nel 2021. I 10 milioni di Euro versati al privato sui 40 stanziati per recuperare le prestazioni non erogate a causa del Covid. Questo indirizzo a frammentare e indebolire il Servizio Sanitario Pubblico con la prevalenza del privato, aumenta le diseguaglianze, diminuisce le opportunità per la popolazione più povera di curarsi comportando un peggioramento delle condizioni di salute della maggioranza dei cittadini e di tutta la collettività. Già la nostra Regione, indicata in passato come esempio, vanta dei primati poco invidiabili come un inquinamento dell’aria e del suolo tra i più alti in Italia e in Europa con le patologie collegate, una spesa per l’assistenza alla salute mentale penultima in Italia, la più grave carenza di medici di medicina generale.
Contro questo gravissimo attacco alla Sanità Pubblica nella nostra Regione e nel nostro Paese, il Coordinamento Veneto sanità Pubblica – CoVeSaP invita tutti, associazioni, cittadini, partiti, a mobilitarsi. La sensibilità a questo tema è in aumento, lo ha dimostrato la Manifestazione in Difesa della Sanità Pubblica che ha avuto luogo a Vicenza il 15 aprile e a cui hanno partecipato oltre 10.000 persone il cui slogan era: “Se la salute è un diritto , la difesa della Sanità Pubblica è un dovere”.