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Emergenza idrica, Puppato: “Stiamo applicando le leggi dello Stato”

Giovanni Puppato, consigliere regionale

“E’ l’articolo 167 del decreto legislativo 152 del 2006 a imporre l’abbassamento dei laghi in caso di necessità, non ci sono alternative in questo momento”.

A dirlo è il consigliere regionale della Lega Giovanni Puppato dopo l’annuncio dall’Unità di crisi della Regione di dover mettere in atto azioni per tutelare la portata del Piave e tutto il sistema agricolo e di acquacoltura connesso.

“I nostri laghi di montagna sono patrimoni da tutelare, lo sono per l’intero comparto turistico e per il loro prezioso ecosistema, ma la legge dello Stato è chiara e in questo momento non si può fare diversamente – prosegue il consigliere -, si tratta di assicurare la continuità alle coltivazioni”.

“Nei periodi di siccità – si legge nel testo della legge – e comunque nei casi di scarsità di risorse idriche, durante i quali si procede alla regolazione delle derivazioni in atto, deve essere assicurata, dopo il consumo umano, la priorità dell’uso agricolo ivi compresa l’attività di acquacoltura di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 102”. La crisi è eccezionale, secondo i dati Arpav una siccità di questa portata non si è mai vista dal 1990 in poi e nemmeno nelle stagioni secche del 2003 e del 2017 la carenza era arrivata a questi livelli. Il presidente della Regione Luca Zaia sta gestendo l’emergenza come commissario del Governo e l’ente Regione, in questo momento, sta applicando le leggi dello Stato.

La battaglia per evitare lo svuotamento dei laghi e l’applicazione a partire dal primo gennaio 2022 della normativa europea sul deflusso ecologico, quella, è invece opera della Regione. “Se l’assessore Gianpaolo Bottacin non si fosse battuto per tre anni per ottenere una deroga, i nostri laghi sarebbero rimasti con poca acqua già mesi fa e per motivi ben diversi dalla siccità – aggiunge Puppato -. Il deflusso ecologico, infatti, alza il livello della quantità minima di acqua da assicurare a fiumi e laghi rispetto al deflusso minimo vitale in vigore, con conseguente svuotamento dei bacini e risvolti negativi, va da sé, per il turismo e l’ecosistema ittico. Questo lo abbiamo evitato, ma ora l’applicazione della legge dello Stato è necessaria per salvare le coltivazioni della nostra regione”.

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