Solo chi in questi anni ha girato la testa di fronte alle denunce dei sindacati e dei lavoratori della Ideal Standard può dichiararsi stupito dell’annuncio fatto i giorni scorsi dalla proprietà di chiudere il sito di Trichiana.
Noi Rifondazione – dichiara Moira Fiorot, segretaria di Rifondazione Comunista di Belluno – che da anni seguiamo le tante crisi industriali del bellunese ne eravamo quasi certi come lo erano i lavoratori che da mesi chiedono chiarimenti alla proprietà, consci che nonostante i loro sacrifici (stipendio decurtato e CIG) il loro futuro era segnato da un disimpegno costante da parte della proprietà. Tutto ciò è stato possibile perchè viviamo in un Paese dove la classe politica che ci governa dalla Regione, allo Stato, non ha alcun progetto di rinascita industriale. Anzi non ha alcun progetto di rinascita per una provincia molto trascurata come la nostra.
Ancora una volta sulla vita dei lavoratori delle loro famiglie di una intera comunità ricade l’inefficienza della politica e l’arroganza dei profitti delle multinazionali.
La vicenda Ideal Standard è l’esempio di come la politica regionale e nazionale sia assente e assolutamente incapace di dare risposte al nostro territorio ai nostri lavoratori.
Incapaci di incidere nelle scelte vergognose e assolutamente irricevibili di una proprietà che per mesi si è sottratta al confronto e che ora chiamata al tavolo grazie alla tenacia dei lavoratori e dei loro rappresentanti.
Non c’è per lo stabilimento di Trichiana alcun piano industriale di rilancio e i sacrifici fatti dai lavoratori in questi anni non sono serviti: la proprietà ha sfruttato le competenze e la professionalità di chi da anni lavora nello stabilimento per mantenere alto il brand aziendale e quindi ricavarne dei benefici finanziari e per poi decidere di chiudere.
I lavoratori lo sapevano, lo denunciavano da tempo e dopo aver sfidato la proprietà e costretto questa a sedersi ad un tavolo, purtroppo hanno sentito la peggiore delle notizie.
In tutti questi mesi il governo è stato assente, la classe politica, proveniente da questa provincia, che ci governa, ha preferito interessarsi ad altro: vedi olimpiadi; ed ora siamo all’emergenza ancora una volta le errate scelte economiche ricadono sui lavoratori in primis e sul territorio.
E’ importante e significativo la volontà subito espressa dai rappresentanti sindacali di non mollare e di rilanciare con una importante parola d’ordine: Trichiana non si chiude. Noi di Rifondazione comunista da sempre al fianco dei lavoratori dell’Ideal, siamo prima di tutto solidali con loro e con le loro famiglie, chiediamo una mobilitazione provinciale che veda impegnati lavoratori, sindacati, istituzioni , partiti e società civile: una mobilitazione che arrivi non solo in regione il giorno 5 novembre per chiedere la non chiusura di Ideal. Un patto straordinario per l’industrializzazione del nostro territorio dove la professionalità dei lavoratori si unisca ad una nuova idea di produzione manufatturiera che faccia vivere la nostra terra.
A fianco dei lavoratori perché Ideal Standard, anzi la Ceramica Dolomite, come noi sempre l’abbiamo chiamata non deve chiudere”.