“Dopo la questione sollevata dallo Snals sui banchi a rotelle, la Regione Veneto ha deciso di rottamarli perché, essendo stati progettati per gli adulti, creerebbero problemi alla schiena dei ragazzi. Di questi banchi, il commissario Arcuri ne ha comprati ben 430 mila. Per un totale di 119 milioni di euro. Duecentottanta euro l’uno, contro i 100 di un banco tradizionale. Inutili, dannosi e pure costosi. Uno spreco di soldi che qualcuno dovrà pur pagare, non solo in termini economici”.
E’ quanto dichiara in una nota il deputato di Forza Italia, Dario Bond.
“Solo in provincia di Belluno 9mila banchi sono già stati messi in magazzino. Si faccia subito chiarezza con un esposto alla Procura generale della Repubblica, affinché con la Corte dei Conti, si possa indagare sui costi e sulle responsabilità. Il fallimento dei banchi è una spesa a carico del nostro Paese, degli italiani. E non è detto che le scelte sbagliate di qualcuno debbano diventare sempre l’ennesimo bancomat nella tasca di tutti i cittadini”.
«Per mesi abbiamo sentito dire che la soluzione al ritorno a scuola in sicurezza erano i banchi a rotelle. Oggi sappiamo che 9mila di quei banchi, quelli distribuiti in Veneto, sono stati accantonati in un magazzino e rimangono inutilizzati, perché fanno venire il mal di schiena ai ragazzi. È l’ennesimo errore. E dovrà intervenire la Corte dei Conti generale». Così in una nota il deputato di Forza Italia Dario Bond.
«Questa situazione grida vendetta. Innanzitutto per la poca chiarezza, e poi per l’errore tecnico. I banchi a rotelle sono stati commissionati dal commissario straordinario Domenico Arcuri. Una spesa di circa 119 milioni di euro letteralmente buttati e che gravano sulle tasche dei cittadini italiani, di tutti, anche di quelli che hanno dovuto limitare le loro attività professionali e oggi si trovano alla canna del gas. È un danno erariale bello e buono. E come tale lo segnalerò alla Corte dei Conti. Ma mi preme sottolineare che quelle risorse, sprecate in malo modo, potevano e doveva essere utilizzate diversamente. Per l’informatizzazione, ad esempio. Per una DaD realizzata in maniera inclusiva, per dotare i plessi scolastici di reti efficienti, e anche per eliminare le barriere architettoniche dalle scuole. Tutte cose che spesso mancano nei territori montani e invece dovrebbero essere basilari per consentire di mettere sullo stesso piano lo studente di Belluno e lo studente di Padova, di Verona, di tutte le altre province venete, che godono di maggiori dotazioni infrastrutturali».