Val di Zoldo, lì 07 gennaio 2021 – La strada provinciale 251 “della Val di Zoldo e Val Cellina” nella tratta Longarone – Val di Zoldo, ad un mese dalla frana, presenta ancora delle criticità. Per questo motivo il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin ha deciso di segnalare la situazione alle istituzioni con una mail indirizzata al prefetto, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al presidente della Regione Veneto e all’assessore ai Trasporti, al presidente della Provincia e al consigliere delegato alla Viabilità, e per conoscenza al direttore generale dell’Anas e alla direzione distaccata di Belluno di Veneto Strade.
“A distanza di due giorni dalla riapertura della s.p. 251 della Val di Zoldo e Val
Cellina, rimasta chiusa nel tratto Mezzocanale – San Giovanni nel territorio del Comune Val
di Zoldo per un mese esatto – scrive il sindaco – mi accingo a scrivere questa lettera per esprimere alcune considerazioni ed avanzare, a nome della Comunità che amministro, delle richieste oggi più che mai legittime ed improcrastinabili.
Il 5 dicembre 2020, come ben noto, l’ennesima frana occorsa in loc. Solagnot ha
determinato la completa chiusura al traffico della principale via d’accesso a Val di Zoldo e
Zoppè di Cadore. La s.p. 251 è la via preferenziale per raggiungere la Valle e diventa, durante il periodo invernale, in molti casi, l’unica via percorribile oltre a rappresentare una valida alternativa viaria per collegarsi al Cadore e all’Agordino in caso di interruzioni delle rispettive viabilità. In prospettiva inoltre, e in particolare guardando alle Olimpiadi che si terranno a Cortina nel 2026, è quanto mai necessario garantire collegamenti intervallivi sicuri e fruibili per ogni tipo di evenienza. I collegamenti alternativi alla Val di Zoldo sono i passi Duran, Cibiana e Staulanza che in caso di abbondanti nevicate rischiano costantemente la chiusura a causa di slavine e caduta alberi e spesso le oggettive difficoltà dell’attività di sgombero neve rendono necessario sospendere la circolazione anche per più giorni.
L’arrivo dei rifornimenti, dei mezzi d’opera e di soccorso si è reso in questo mese
difficoltoso e in alcuni casi impossibile. I pendolari e i cittadini della Valle in genere sono
stati costretti ad intraprendere interminabili e pericolosi viaggi attraverso passi di montagna o a dover addirittura rinunciare a recarsi al lavoro. Per garantire soccorsi sanitari tempestivi, nonostante non vi fossero deroghe all’ordinanza di chiusura, le ambulanze sono state scortate giorno e notte dal Comune lungo il tratto della s.p. interdetto alla circolazione non potendo contare, in determinate condizioni, nemmeno sull’elicottero del SUEM.
Nonostante l’ottimo lavoro di Veneto Strade e delle ditte incaricate, a causa della
complessità del danno arrecato, l’unica corsia utilizzabile al momento a seguito della
riapertura non può essere percorsa da mezzi con portata superiore a 24 t; ciò comporta
ulteriori disservizi e costi aggiuntivi per i trasporti, disagi che si protrarranno inevitabilmente per mesi.
Rimane inoltre quale aspetto da non sottovalutare l’oggettiva pericolosità per la
pubblica incolumità dell’intero tratto stradale che collega Longarone a Val di Zoldo.
E’ di tutta evidenza che per poter garantire un futuro alla nostra Valle questa
situazione, che si protrae da decenni, debba trovare una soluzione definitiva. Da moltissimi
anni, ad eccezione di opere di manutenzione ordinaria o sistemazioni a seguito di altri eventi emergenziali, non sono stati eseguiti interventi strutturali.
Pare notizia certa il passaggio di gestione della s.p. 251 da Veneto Strade ad A.N.A.S..
L’argomento è di primario interesse per questa Amministrazione. Confido che le valutazioni
fatte abbiano tenuto conto dell’urgenza di eseguire importanti interventi sulla tratta in oggetto e anche della necessità che la gestione ordinaria venga svolta considerando le peculiarità della stagione invernale, caratterizzata da copiose nevicate che richiedono una gestione efficiente e tempestiva per garantirne la costante percorribilità.
Il mio auspicio è che le legittime aspettative della nostra Comunità non vengano
disattese.
La Val di Zoldo – conclude il sindaco Camillo De Pellegrin – come altre realtà alpine, può rappresentare il simbolo di uno Stato che non abbandona le periferie e che compiutamente offre ai propri cittadini pari condizioni di vita sociali ed economiche, così come espresso nella nostra carta costituzionale”.