Ora che ci stiamo avviando alla riapertura di tutto il mondo produttivo, bisogna iniziare a fare progetti per il territorio. Artigiani e agricoltori non hanno dubbi: serve la Zes. Adesso l’istituzione della Zona Economica Speciale scala posizioni nell’agenda strategica delle categorie bellunesi. Tanto che la volontà di portare avanti la richiesta di avvio delle pratiche necessarie è diffusa e praticamente unanime. Confartigianato, Appia Cna, Coldiretti, Cia Agricoltori e Confagricoltura hanno inviato una lettera congiunta al presidente della Camera di Commercio proprio per chiedere l’appoggio dell’istituto camerale.
«Da tempo pensiamo che uno strumento di agevolazione fiscale e di semplificazione burocratica sia essenziale per poter continuare a fare impresa. E la Zes può essere un’opportunità” – commentano i presidenti delle categorie firmatarie – Dai tempi della tempesta Vaia, ha iniziato ad essere chiaro che servivano mezzi nuovi per gestire il post-maltempo. Quindi oggi, nel pieno della crisi Covid, la decisione di sostenere un percorso per l’istituzione di una Zes. “Stiamo vivendo una situazione drammatica e senza precedenti, assolutamente straordinaria per l’economia. Serviranno strumenti altrettanto straordinari per superare lo shock economico” ribadiscono i presidenti.
E la Zes potrebbe essere lo strumento straordinario ideale. Infatti, la Zona Economica Speciale è una regione geografica dotata di una legislazione economica differente dalla legislazione nazionale. Viene solitamente creata per attrarre maggiori investimenti stranieri e per dare la possibilità alle imprese di agire con spazi di manovra più ampi. Tra l’altro, il momento storico è favorevole: la Regione ha da poco avviato un tavolo di lavoro per la creazione di una Zls (Zona logistica speciale) per Venezia e il Polesine.
«L’estensione al Bellunese della Zls o Zes di Venezia è possibile sulla scorta del forte legame storico che lega la nostra provincia alla laguna – sottolineano i presidenti -. E poi c’è anche il riconoscimento Unesco sia per Venezia sia per le Dolomiti bellunesi, senza contare il riconoscimento della specificità della provincia di Belluno, previsto dalla legge regionale 25 del 2014 e dallo Statuto regionale».
«La Zes è uno dei modi per attrarre investitori internazionali – concludono i presidenti – per far ripartire l’economia della provincia e contrastare la crisi demografica delle nostre terre. Senza contare che avrebbe un significato determinante per il futuro: il riconoscimento di un ruolo strategico della montagna per la sostenibilità della pianura, come illuminati esperti della materia asseriscono da decenni. Artigiani e agricoltori sono pronti a fare rete per sostenere e portare avanti questa possibilità. Auspichiamo che tutte le categorie economiche bellunesi e gli enti locali sostengano questa proposta come avvenuto a Venezia.».