Belluno, 29 Ottobre 2019 – «A un anno dalla tempesta Vaia molto resta ancora da fare. Mentre alcune famiglie sfollate sono riuscite a rientrare nelle loro case solo pochi giorni fa, si calcola che tre quarti del legname schiantato sia ancora a terra». L’anniversario dello straordinario evento meteo che ha colpito il Bellunese «è lo spunto per ringraziare i volontari e per una riflessione sulla filiera del legno nel nostro territorio», suggerisce il deputato bellunese Roger De Menech.
A fronteggiare l’emergenza un anno fa furono migliaia di persone, tantissime provenienti da fuori regione. «Ma oggi voglio ricordare chi, passata l’emergenza, ha continuato a lavorare lontano dai riflettori a favore della propria comunità. Sono migliaia di volontari che nei mesi scorsi e ancora oggi, settimana dopo settimana, si danno da fare per ripristinare sentieri, aggiustare staccionate e ripulire porzioni di bosco. In associazioni o gruppi informali, questi cittadini offrono il migliore esempio possibile di sussidiarietà alleggerendo e agevolando l’opera degli enti pubblici».
«Ormai da diversi decenni mancano imprese locali che si dedichino alla coltivazione e alla manutenzione dei boschi. Il legname lavorato dalle poche segherie ancora attive proviene in gran parte dall’Austria o dalla Slovenia», ricorda De Menech. «Dal confronto con gli operatori del settore emerge con chiarezza la necessità di incentivare nuovi soggetti che riattivino la filiera corta. Lo dico anche come presidente del Fondo Comuni Confinanti perché credo sia uno dei progetti su cui potremmo focalizzarci. Avrebbe vantaggi in termini ambientali di gestione del territorio e di riduzione del traffico, in termini economici con la creazione di posti di lavoro e di sviluppo di un settore con enormi potenzialità».