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sabato, Luglio 27, 2024
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Quella nuvola radioattiva venuta dagli Urali

Qualche giorno fa è uscito il rapporto, scritto da vari centri di ricerca ed istituzioni coordinate dall’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare, sulla nuvola radioattiva che nel settembre del 2017 si è prodotta sui cieli d’Europa, composta dall’isotopo artificiale Rutenio 106 (il rutenio è un raro metallo di transizione del gruppo del ferro..).
Gli esperti dell’Istituto francese hanno individuato nella regione di Majak negli Urali, il probabile luogo di provenienza. E hanno scartato la versione della Russia che proponeva come causa della nube la caduta di un satellite con una pila nucleare a bordo nella sua dissoluzione con l’alta atmosfera.
L’origine del Rutenio 106 è da collegarsi invece con un impianto di riprocessamento del materiale radioattivo. In parole povere, il combustibile nucleare esaurito delle centrali che producono energia elettrica, viene riprocessato e trasformato in plutonio per l’impiego nelle testate nucleari (bombe atomiche).
Il sito di Majak (Kystym) è noto per essere stato interessato da un incidente nucleare gravissimo il 29 settembre 1957, di livello 6 della scala INES (solo due incidenti lo hanno superato per gravità e cioè Cernobyl e Fukushima).
All’epoca, venne contaminata un’area di 23.000 Km/q e vennero evacuate 270.000 persone!
E anche in quella occasione tra gli isotopi coinvolti nella contaminazione vi era il Rutenio 106!
Nell’impianto di Majak, ancora in funzione a pieno regime, viene prodotto il plutonio che serve a realizzare le bombe atomiche che costituiscono il pilastro della deterrenza tra le due superpotenze!
In buona sostanza, significa che esiste un equilibrio del terrore che garantisce da settanta anni una fragile pace.
Ora, sorge qualche dubbio sulla realtà di questo assunto che ci è stato “venduto” dalle due superpotenze.
Si è recentemente scoperto, infatti, che gli americani hanno optato per un processamento diverso del materiale fissile da trasformare in plutonio (senza entrare nei dettagli detto “processamento gassoso” ), mentre i russi hanno optato per il processamento meccanico (centrifughe) sviluppando una tecnologia molto meno costosa.
Così gli americani hanno deciso di comprare il plutonio per le loro bombe dai russi! Incredibile ma vero!
Ora non può sfuggire che tale fatto contrasti non solo con la logica, ma sottenda un accordo (segreto) sulla base del quale i due contendenti nucleari si sono accordati per far credere alla rispettive opinioni pubbliche che vi siano contrasti tra loro che potrebbero essere risolti con l’utilizzo di armi nucleari, mentre vi sarebbe un accordo per non utilizzarle mai!
Insomma mostrare i muscoli, far lavorare le rispettive aziende produttrici di armi, ma nemmeno l’ombra di un loro reale possibile utilizzo.
Se fosse così potremo anche stare al gioco!

Fabrizio Righes

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