Roberto Ghedina, ampezzano di nascita e residenza, dopo una vita dedicata alla fotografia di montagna si è cimentato ad innalzare alcuni scatti nella sfera di un’arte pura, usando la sola luce per creare immagini indipendenti da riferimenti oggettuali e riconoscibili nel mondo.
Hanno girato per l’Italia le sue belle mostre dei Giganti delle Dolomiti e Il Silenzio nel Deserto, dedicata alla vita nelle Certose, fino a sfondare i portoni di Palazzo Ruspoli e il Tempietto sconsacrato di S. Rita a Roma; alla Biblioteca Nazionale di Firenze e il Palazzo Vescovile di Fiesole; la chiesa sconsacrata di S. Cristoforo a Lucca; al Circolo del Club Fotografico di Fiorenzuola d’Arda, tanto per nominare qualcuna della quarantina di mostre esposte.
Queste in esposizione alla Sala Cristallo del Majestic Miramonti, sono fotografie ottenute con scatti purissimi; non vi è alcun trucco, alcuna falsificazione del reale, ma la semplice rincorsa all’irriconoscibilità del reale, percorsa in modo deciso col suo solito mezzo fotografico.
Se la fotografia è l’arte della realtà, l’astrazione della fotografia è ovunque intorno a noi e può sembrare un paradosso, se si pensa alla sua funzione di riproduzione meccanica e descrittiva della realtà. Bisogna solo capire come guardare le cose che ci circondano, perché il fotografo registra comunque una realtà: in effetti è il pensiero del fotografo che è astratto. Questo è il punto.
Vi è nell’artista che si accinge al foto-astrattismo, una inversione di tendenza della fotografia classica, che tende a voler “riconoscere” il reale nel suo processo di creazione dell’immagine, per preferire piuttosto un’immagine che non si presti al riconoscimento di alcun riferimento reale. L’artista, quindi, interviene creativamente fino a proporre con lo stimolo ottico una sfida all’osservatore che, cogliendola, completa l’atto creativo, interpretando liberamente l’immagine.
La fotografia astratta è una forma di fotografia che non esiste nel reale, ma che si può riprodurre con la creatività del pensiero del fotografo. Va quindi ricercata nelle forme e nei colori. L’intenzione quindi è quella di dare all’osservatore uno stimolo emotivo per catturare una bellezza visiva. Principio fondamentale nella fotografia astratta rimane la luce, con la funzione non solo di rivelare e rendere visibile, ma anche di essere sfruttata come soggetto stesso delle foto, illuminando superfici e volumi. Il movimento e la sfocatura sono altri aspetti dell’astrazione in fotografia.
La fotografia astratta si concentra sulle tonalità dei colori, sui giochi di ombre e di luce, sulle geometrie delle immagini reali captate dall’obiettivo del fotografo. Esse sfuggono ad ogni logica della realtà, per lasciare via libera all’immagine astratta, come gioco di forma e colori. Tutti questi elementi attirano l’attenzione di chi osserva l’immagine, risvegliando emozioni.
In pratica, la fotografia astratta offre un nuovo modo di guardare il mondo per scoprire nuove forme, nuove emozioni, nuovi stimoli per osservare, per pensare, per progettare la visione di una nuova realtà. Per questa capacità di coinvolgere sia la visione che le sensazioni, essa è una forma artistica delle più emozionali.
Apprezzare, amare e capire l’astrattismo presuppone il liberarsi dalle strutture abituali di percezione, operazione per alcuni molto difficile, che cambia radicalmente la modalità di visione: lasciarsi andare al piacere di esplorare una linea o forma, come se fosse un sentiero sconosciuto, o indagare un’immagine fino a perdersi in uno spazio sconosciuto, senza appoggiarsi al bisogno di orientarsi, ma – piuttosto – a tentoni affidarsi alle emozioni e al sentire.
Osservate bene queste fotografie esposte nella sala Cristallo del Miramonti, e vi renderete conto che spesso, meglio di quanto possa fare una fotografia descrittiva, la fotografia astratta restituisce direttamente allo sguardo la nostra vera esperienza della percezione della realtà, che per lo più è inspiegabile, imprevista, misteriosa, se non qualche volta confusa.
In conclusione, la fotografia astratta, sarà tanto più apprezzata, quanto più, per le sue qualità intrinseche estetiche, lascerà la mente di chi l’osserva godere della libera immaginazione. Sarà quindi proibito pretendere un’inutile spiegazione logica.
La mostra sarà visibile per tutta la stagione invernale.