Venezia, 31 ottobre 2017 – “Siamo sicuri che il presidente Ciambetti possa rappresentare tutto il Consiglio regionale? Nelle ultime settimane è stato uno dei più convinti sostenitori del referendum per l’indipendenza della Catalogna, ha partecipato a Barcellona alle operazioni di voto come osservatore internazionale e si è speso molto per quella causa. Adesso però il presidente catalano Puigdemont, dopo essere stato destituito, rischia fino a 30 anni di galera per ribellione, sedizione e malversazione. E intanto è scappato in Belgio con i suoi ministri per evitare l’arresto. Sarebbe opportuno quindi, una volta per tutte, che la Lega e Ciambetti, che è uomo di punta del Carroccio, sgomberassero il campo da ogni ambiguità”. Questo il parere del consigliere del Partito Democratico Graziano Azzalin in vista anche del rinnovo dell’ufficio di presidenza, previsto per fine novembre.
“Il presidente del Consiglio dovrebbe essere figura di garanzia e uomo con il senso delle istituzioni, ma ha già dato prova in più occasioni di non essere al di sopra delle parti né di difendere l’autonomia del Consiglio. Ciambetti, fedele scudiero di Zaia, risulta inoltre tra i firmatari del Pdl 149 in cui si chiede il referendum consultivo per l’indipendenza del Veneto. Pdl che non è mai stato ritirato. Non basta dire che la secessione non è all’ordine del giorno, servono atti concreti”.
“E visto che in casa Lega si aperta la corsa per la poltrona, Ciambetti anziché a Roma potrebbe competere per Bruxelles. Nel caso gli andasse male – ironizza l’esponente dem polesano – c’è sempre l’asilo politico”.