“Il cittadino è compresso tra due elementi: la Costituzione catto-marxista e il codice penale di impronta fascista. Paradossalmente l’incontro di queste tre ideologie fa si che il cittadino è subalterno allo stato, subalterno allo stato etico hegeliano del codice penale, subalterno all’escatologia metafisica del cattolicesimo, subalterno infine allo stato sociale ipotizzato dal marxismo”. Carlo Nordio, procuratore aggiunto a Venezia, delinea così la supremazia dello Stato sul diritto del singolo, tema centrale dell’evento organizzato dal Consiglio regionale dal titolo “Stato di Libertà, l’uomo e i suoi diritti” svoltosi venerdì mattina a palazzo Ferro Fini.
Intrattenendosi con la stampa prima del convegno, il procuratore ha spiegato che nell’attuale scenario “il diritto del cittadino, come soggetto di un patto sociale con lo Stato, un ‘pactum unionis’ secondo l’ideologia liberale di Locke e altri, è avvilito e quindi sarebbe necessario cambiare sia la Costituzione, sia il Codice penale”.
Un caso concreto, particolarmente sentito dalla popolazione dello squilibrio nella supremazia del diritto dello stato sul cittadino è quello della legittima difesa “uno degli elementi caratteristici di questa situazione – ha spiegato Carlo Nordio – perché attualmente la domanda che si pone lo Stato è sino a che punto il cittadino abbia diritto di agire, cioè a difendersi quando viene aggredito. Passati questi limiti lo Stato lo punisce mentre un ordinamento liberale dovrebbe capovolgere questo concetto e domandarsi fino a che punto lo Stato ha il diritto di punire una persona che si difende da una aggressione che lo stesso Stato non è riuscito ad impedire. Il patto sociale che il cittadino fa con lo Stato risiede proprio nel devolvere l’esercizio dei suoi diritti naturali allo stato e se lo Stato è inadempiente il cittadino si riprende questi diritti: il cittadino non ha firmato una cambiale in bianco irreversibile.
Impostato in questi termini gli stessi parametri della legittima difesa cambierebbero notevolmente, sempre in un’ottica di proporzione e di attualità del pericolo”. Nordio ha poi concluso “Tutti siamo d’accordo che non si può sparare alla schiena di chi scappa con la gallina, ma è la filosofia della legittima difesa che va cambiata e rivista nel codice penale. Ciò vale anche per altre discriminanti”.
Alle parole del procuratore fa eco il consigliere regionale Antonio Guadagnini, organizzatore dell’evento: “Noi siamo sudditi, ma vogliamo diventare cittadini. Come ha detto il procuratore Carlo Nordio – ha spiegato Guadagnini – i diritti fondamentali dei cittadini sono delegati allo Stato e noi oggi vogliamo riappropriarci dei questi diritti e farli valere ad iniziare non solo dall’autodifesa ma anche dall’autodeterminazione. Vogliamo riappropriarci del diritto all’autodeterminazione. Per questo chiediamo il Referendum, sulla scia dell’impegno democratico che caratterizza altre realtà europee, dalla Scozia alla Catalunya. Vogliamo riportare al centro della nostra riflessione il cittadino e ripristinare la supremazia del diritto del cittadino rispetto allo stato che deve essere al servizio del cittadino stesso e non viceversa”.