Perfino la Nasa conferma che il Veneto è una delle zone più inquinate del mondo. L’Arpav ci dice che il livello delle polveri sottili nelle città venete, esclusa Belluno, è più del doppio del limite fissato dalla Unione Europea.
Padova, Vicenza, Treviso, Venezia, Verona stazionano sopra i 110 mg per metro cubo d’aria, il limite della UE è 50. I pronto Soccorso si riempiono di persone con problemi di asma, bronchiti e altri problemi polmonari.
A sollevare il problema è Antonio Guadagnini, consigliere regionale di Indipendenza Noi Veneto.
Pochi giorni fa – sottolinea il consigliere Guadagnini – la conferenza sul clima dell’Onu comunicava dati allarmanti a proposito dell’inquinamento della nostra terra. L’agenzia per l’ambiente sostiene che in Italia ci sono stati 84400 decessi prematuri causati dallo smog, su un totale europeo di 491 mila, cioè siamo abbondantemente sopra la media. Il Veneto è sopra la media italiana. Il registro tumori del Veneto registra 3300 decessi per triennio dovuti a tumori al polmone, conto che è in continua crescita. il professor Opocher dichiara che la nostra terra ha “un serio problema di inquinamento e la cosa ha un impatto sulla salute dei cittadini che si tocca con mano”. Certo, le scarse piogge di questo periodo non aiutano, ma votarsi a Giove Pluvio per risolvere l’emergenza non è l’approccio più efficace. Il problema non è occasionale è strutturale.
Il Veneto è inquinato per l’intensità dell’attività industriale, per la collegata situazione del traffico stradale ecc. Servono investimenti massicci: dovrebbero essere finanziate le aziende che più inquinano, affinché si dotino di strumenti e procedure abbatti smog, dovrebbe essere incentivato l’acquisto di auto elettriche, dovrebbe essere incentivato il riscaldamento privato più pulito, ecc. Dove si trovano le risorse? È sufficiente lasciare sul territorio quello prodotte. Torna il problema del nostro residuo fiscale da 20 miliardi di euro. Il principio per il quale le tasse pagate devono rimanere nel luogo dove sono state prodotte è questo: la produzione di ricchezza non è gratis, ha dei costi, ha degli effetti collaterali, il peggiore dei quali è l’inquinamento. Siccome la sottrazione statale delle risorse prodotte in Veneto non si traduce più solo in mancate occasioni di investimento e incremento del benessere, ma porta malattie e morti, la questione entra nel campo del perseguimento dei diritti fondamentali (come quello della vita), che il potere pubblico dovrebbe garantire, non ostacolare.
Uno stato che impedisce il perseguimento dei diritti fondamentali, è uno stato che perde la sua stessa ragion d’essere, in quanto, appunto, esso esiste proprio per questo fine. Il presupposto della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti (1776!) poggia su questo assunto.
Noi in Veneto – conclude Guadagnini – dovremmo trarne nel 2015 le dovute conseguenze.