È giunto il giorno della resa dei conti. Sabato mattina l’assemblea di Veneto Banca porterà almeno 7 mila persone a villa Spineda di Volpago del Montello, dove si deciderà il futuro della popolare veneta.
Assieme a soci e azionisti arriveranno anche i consiglieri regionali M5S Jacopo Berti e Simone Scarabel, che fin dal principio di questa ennesimo ribaltone nella finanza veneta hanno rappresentato un interlocutore fondamentale per i “piccoli”, e i parlamentari del Movimento 5 Stelle: il Movimento è sempre stato a fianco dei risparmiatori e dei piccoli azionisti, che domani saranno chiamati a compiere scelte dalle ricadute pesantissime.
Berti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, lancia quella che definisce una vera e propria “chiamata alle armi”: “Vi aspettiamo numerosi fuori dall’assemblea. La nostra pressione ha prodotto degli effetti importanti. Teniamo il fiato sul collo a questi pirati in giacca e cravatta. La nostra è una chiamata alle armi contro i poteri forti, contro la Bce che è spaventata dalla nostra ribellione e minaccia gli istituti; contro il partito delle banche rinsaldato dalla votazione di sfiducia alla Boschi, respinta oggi alla Camera, che ha visto ancora Pd e Forza Italia tenersi per mano in nome delle banche”.
“Anche in Veneto abbiamo l’estensione di questo Partito delle banche, nel nostro caso rappresentato da Moretti e Zaia. Dall’altra parte, al fianco dei piccoli azionisti c’è solo il M5S – continua Berti – Domani grideremo “fuori in nomi”, chiedendo l’apertura del libro soci, per sapere chi sono i colpevoli che devono pagare”
Il No responsabile. “Diciamo No al pacchetto voluto dalla Banca centrale europea, che chiede la quotazione in borsa dell’istituto. – rivela il consigliere – Entrare in borsa equivale a farci mangiare dai colossi internazionali, dagli squali della finanza”.