“Ai territori dolomitici serve un vero anello ferroviario, non un semplice collegamento che renderebbe monco un progetto rivoluzionario per queste aree”. Herbert Dorfmann, europarlamentare PPE, ritorna sul tema del Treno delle Dolomiti: “Non serve un trenino che ricalchi quello del secolo scorso. L’obbiettivo deve essere un circuito che unisca i territori delle Dolomiti, sfondando anche oltre confine. Per questo, – continua Dorfmann – bene l’accordo di programma tra Provincia Autonoma di Bolzano e Regione Veneto che sarà sottoscritto nei primi giorni del 2016, ma identici patti vanno stretti anche con la Provincia Autonoma di Trento e eventualmente anche con l’Austria. Solo così si potrà ragionare su un percorso rotabile realmente utile, funzionale e sostenibile economicamente”.
Dorfmann ha fatto del progetto “Anello delle Dolomiti” uno dei punti cardine della sua campagna elettorale nel Bellunese, aprendo interessanti spiragli in Europa: “Se si dialoga con tutte le realtà alpine interessate, si potranno percorrere diverse vie per il finanziamento della progettazione e della realizzazione. La fase di progetto potrebbe contare sui fondi Interreg e sui fondi di confine, mentre i lavori potrebbero trovare risorse nel fondo EFSI, più conosciuto come “piano Juncker”: 16 miliardi di euro per la Banca di Investimenti Europea, in grado di creare garanzie per investimenti e prestiti a sostegno di progetti pubblici e privati di media-grande dimensione”.
Una rete simile avrebbe ricadute importantissime sul settore turistico: “Questo anello ferroviario sarà la porta delle Dolomiti verso l’Europa: una volta realizzato, – commenta l’europarlamentare altoatesino – permetterà a chiunque di collegarsi con l’importante asse del Brennero. Così, le migliaia di turisti europei che già scelgono il treno per i loro viaggi potranno arrivare facilmente tra le Dolomiti bellunesi”.
“Bisogna uscire dalla vecchia idea del trenino e pensare più in grande, senza confini oltre le Dolomiti, verso l’Europa. – conclude Dorfmann – In questo momento, a Belluno, Trento, Bolzano e Venezia tutti appoggiano questa idea: non è più quindi il momento di giocare al ribasso, ma di sfruttare questo storico peso economico e politico e puntare al colpo grosso”.