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Sanità in montagna al bivio. 2015 sia l’anno della qualità nei servizi.  * intervento di Roberto Grubissa, presidente di Federfarma Belluno, associazione sindacale provinciale dei titolari di farmacia di Belluno

Roberto Grubissa
Roberto Grubissa

L’anno 2015 riproporrà un bivio nelle scelte che riguardano la salute dei cittadini bellunesi. Da una parte lavalorizzazione delle reti e dei presidi esistenti, dalle farmacie ai medici di base, dall’altro la corsa all’accentramento, in nome di risparmi per la collettività ancora tutti da dimostrare. Noi farmacisti siamo sempre più convinti che la scelta giusta sia quella che privilegia la qualità dei servizi, intesa come miglioramenti al passo con i tempi, vicinanza dei presidi alla popolazione e fiducia nella professionalità degli operatori che conoscono il territorio.L’alternativa è la desertificazione dei servizi, una corsa, iniziata da tempo al di fuori dell’ambito sanitario, che è come una malattia degenerativa per l’organismo della nostra società.

Per capire il 2015, dunque, proponiamo una semplice metafora. Come noto, la rete delle farmacie è parte dei servizi dedicati alla salute dei cittadini. Le farmacie sono come capillari che raggiungono le cellule più remote dell’organismo, fornendo farmaci, assistenza e consigli professionali basati anche sulla conoscenza del territorio e del paziente. Modifiche ad altre reti o organi del sistema sanitario, però, possono danneggiare la rete farmaceutica territoriale o privarla della linfa necessaria alla salute degli angoli di territorio raggiunti.

Funziona proprio come una malattia degenerativa. Si ritirano le reti dei servizi dalla periferia, si chiede al cittadino lo sforzo di andare incontro ai servizi sanitari. Succede per alcuni farmaci, corriamo il rischio per i medici di famiglia e la crisi delle farmacie sarà una conseguenza possibile. Lo vediamo nelle cronache di fine 2014. Sindaci dell’Agordino, compreso il rischio, chiedono di non aggregare i medici nel fondovalle. Ci aspettiamo di sentire presto simili prese di posizione anche dagli amministratori del Feltrino, specialmente nei centri più periferici dove ancora resiste l’ambulatorio medico.

Esiste un percorso alternativo, virtuoso e, da pochi giorni, certificato da un documento ministeriale: la Relazione sullo stato sanitario del Paese. Si parla del ruolo della farmacia nell’assistenza sanitaria territoriale, dei servizi che potrà fornire grazie anche alla sinergia con gli altri operatori, in particolare i medici. La farmacia, scrivono gli esperti del Ministero della Salute, «diviene indispensabile per il contatto diretto e frequente con la popolazione, l’accessibilità, l’esperienza di professionisti basata sia su competenze tecniche sia su competenze non tecniche». Al farmacista, quindi verrà chiesto di assicurare «servizi cognitivi» da affiancare alla dispensazione del farmaco, mirati a migliorare la conoscenza della terapia prescritta e far sì che vengano assunti secondo la posologia indicata dal medico».

E non basta. Nelle aree rurali e montane, si legge ancora nella relazione, la farmacia «potrà rivelarsi un presidio di importanza vitale in caso di emergenza e di primo soccorso». A tal fine, sarà necessario «regolamentarne in dettaglio l’integrazione con la rete del’Emergenza, compresa la dotazione di defibrillatori e l’addestramento del personale».

Il bivio è chiaro, come sono evidenti opportunità e rischi per il territorio e i suoi abitanti. Auguriamo dunque a tutti i bellunesi che le scelte del 2015 in campo sanitario siano orientate al benessere di tutti i cittadini, alla qualità dei servizi, e alla valorizzazione dei presidi sanitari che operano nei paesi di montagna, come farmacie e medici di famiglia.

Roberto Grubissa *

* presidente di Federfarma Belluno, associazione sindacale provinciale dei titolari di farmacia di Belluno

 

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