“Sono passati venti giorni dall’arresto del nostro Sindaco e da venti giorni a Cortina, la nostra Cortina, si respira una bruttissima aria, un mix di incredulità, sconcerto, amarezza ma anche e soprattutto preoccupazione per una realtà che rischia di rimanere ferma al palo”.
Lo affermano in una nota Stefano Ghezze, Gianpietro Ghedina e Rocco Dal Pont consiglieri di minoranza della lista Per la nostra Cortina
“Nei giorni dell’arresto e in quelli immediatamente successivi non abbiamo voluto alzare i toni, adottando una linea responsabile e concreta, ad esclusivo interesse e tutela dei cortinesi.
Altri, ci spiace constatarlo, non hanno fatto altrettanto lanciandosi in attestati di fiducia preventiva che hanno dato ancora una volta una immagine negativa della conca. Ci riferiamo in particolare alla manifestazione avvenuta la domenica successiva all’arresto. Quello che doveva essere un corteo di solidarietà umana è passato sui media – soprattutto nazionali – come la difesa di un Sindaco inquisito. Né più, né meno. Una strumentalizzazione che si doveva e si poteva evitare. Questo va detto a difesa di quella stragrande maggioranza di cittadini che non ha partecipato a questo evento.
Ad ogni modo, il problema è un altro e non lo possiamo nascondere. L’attività amministrativa è ferma e la tensione – sia fuori che dentro gli uffici – non aiuta il paese a fare passi avanti. Eppure ce n’è un gran bisogno.
C’è la partita della candidatura ai mondiali 2019 ma c’è anche il PAT (Piano di Assetto del Territorio) e l’imminente ed improrogabile riorganizzazione delle società partecipate GIS e SEAM. C’è poi tutta un’attività ordinaria da portare avanti con equilibrio e senza stress.
Se alla magistratura tocca fare luce su quanto è realmente successo, a noi amministratori tocca amministrare, in un momento in cui sono più gli oneri che gli onori.
Per questo chiediamo al Sindaco un atto di maturità politica. Dimettendosi libererebbe Cortina dai tanti fantasmi e dalle tante ombre che stanno ancora attorniando il municipio.
In queste settimane di “sospensione” abbiamo incontrato la segretaria comunale e più di recente Sue Eccellenza il Prefetto di Belluno. A entrambe abbiamo esposto le nostre perplessità e i nostri timori: abbiamo trovato grande disponibilità e ascolto.
Abbiamo voluto ragionare a bocce ferme, capire come si stava evolvendo la situazione, come avrebbe reagito la macchina comunale a una notizia tanto clamorosa – e senza precedenti almeno per noi – come quella dell’arresto di un Sindaco.
Abbiamo visto che siamo nel pantano e che dobbiamo uscirne. Per farlo serve un atto di responsabilità sia da parte del Sindaco che del Vicesindaco che adesso ne fa le veci e che – va ricordato – è a sua volta inquisito. Non è una bella cartolina per una città che, nolenti o volenti, vive di immagine.
Chiediamo ad Andrea Franceschi di prenderne atto. Quando tutto sarà finito e lui ne uscirà integro, allora saremo i primi a dargli il bentornato nell’agone politico-amministrativo.
Non vogliamo giudicare il Sindaco né gli altri indagati – concludono i tre esponenti della minoranza in consiglio comunele – , semplicemente siamo convinti che Cortina meriti un’amministrazione limpida e forte come la roccia delle Dolomiti che la circondano”.