In omaggio alla tradizione del I° aprile che quest’anno ha coinciso con il lunedì di Pasquetta, anche Bellunopress ha pubblicato il suo pesce d’aprile.
E allora diciamo subito che è un tarocco l’editoriale dal titolo “Siamo ancora l’Italia degli spaghetti, mafia e camorra. Ecco cosa dice di noi la stampa estera” accompagnato dalla celebre immagine degli spaghetti conditi con il revolver del settimanale tedesco Der Spiegel del 1977.
In realtà i virgolettati attribuiti alla stampa estera The Washington Post, Daily Express, Frankfurter Allgemeine Zeitung li abbiamo presi da “Le origini della camorra” con gli scritti del professor Barbagallo relativi all’Italia di fine ‘800, quando “l’espansione dell’illegalità criminale si misurava con gli sviluppi della politica. Non essendo ancora nati i partiti di massa, questi si muovevano come aggregati di notabili, guidati da personalità eminenti come Nicotera, Crispi, Rudinì, Giolitti, Zanardelli, Sonnino. Non era più una stretta oligarchia di ricchi e aristocratici. Sulla scena politica irrompevano ceti meno altolocati, più disponibili a più larghe relazioni. Si tenga presente che le riforme elettorali degli anni ’80 allargavano il voto ai maschi ventunenni in grado di leggere e scrivere”.
Il ritratto del camorrista moderno che “conosce anticipatamente a chi verrà aggiudicato l’appalto” è di Eugenio De Cosa, funzionario di polizia, che nel 1908 traccia un intrigante profilo di questi criminali.
Insomma, è passato più di un secolo, ma se prendiamo un qualsiasi rapporto sulla criminalità redatto allora e lo virgolettiamo riproponendolo al lettore, difficilmente viene smascherata la bufala.
A onor del vero c’è stato un solo un commento con degli indizi su Facebook al nostro pesce d’aprile, firmato dall’anonimo John Wine, che sottolineava la singolare assenza della questione droga nel ritratto dell’Italia spaghetti mafia e camorra.