Il regno di Berlusconi è in piedi ormai da 15 anni.
Ha avvelenato la nostra democrazia minando la credibilità delle istituzioni e l’indipendenza dei poteri dello stato.
Ha dato agli italiani, contemporaneamente, un uomo forte e uno Stato disarticolato, con poteri di controllo indeboliti, se non neutralizzati.
Ha tentato di varare una costituzione che svuota i poteri del presidente della repubblica e quelli di controllo a scapito di uno strapotere del presidente del consiglio.
Ha detto che la nostra Costituzione fu scritta “con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come modello”.
Ha favorito nel paese una cultura del disprezzo delle regole, rendendo impossibile un dialogo politico costruttivo.
Ha determinato enormi concentrazioni di potere e di denaro nelle mani di uno o di pochi mediante il conflitto di interessi.
Ha mentito agli italiani sulla reale situazione economica del paese, lasciandolo sull’orlo di una catastrofe finanziaria.
Ha dato la fiducia a Monti affinché intervenga su questioni economiche, ma non su Rai e giustizia.
Ha mantenuto il potere sulla compravendita dei parlamentari e sull’aumento di incarichi ministeriali di cui nessuno sentiva il bisogno, ed i cui costi aggiuntivi hanno pesato sui cittadini.
Ha inasprito la corruzione nel paese e avvallato una gestione del potere corrotta in Lombardia, Lazio e Sicilia.
Ha applaudito per il voto che ha negato l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni a carico dell’ex sottosegretario Cosentino, portandolo in trionfo uscendo dall’Aula, come fosse un eroe.
Ha screditato i pentiti di mafia, giustificando Mangano, condannato per estorsione, partecipazione mafiosa e duplice omicidio.
Ha escluso il reato di autoriciclaggio (punito in gran parte d’Europa), del voto di scambio dalla legge anticorruzione ed il reato di falso in bilancio.
Ha mantenuto la possibilità di candidarsi anche per coloro che sono stati condannati a livelli precedenti la condanna definitiva, permettendo di governare a “presunti” innocenti.
Ha creato maggiori disuguaglianze tra ricchi e poveri, ha impoverito le famiglie e ha condonato a ricchi ed evasori.
Ha giustificato l’evasione fiscale come cosa “naturale” in un paese con circa 100 miliardi di Euro di evasione.
Ha utilizzato il linguaggio del ricatto e della diffamazione verso chi lo contestava.
Ha cercato di imbavagliare la stampa e l’informazione perché i cittadini non venissero a conoscenza del malaffare della politica e degli scandali degli amici del re.
Ha contribuito sviluppare il piano massonico pronto a far fuori giornali e giustizia.
Ha cercato di rendere innocuo il metodo delle intercettazioni, così preziose per stanare mafia e poteri occulti.
Ha fatto credere che Ruby fosse la nipote di Mubarak.
Ha liquidato l’accordo con Air France per la questione Alitalia introducendo 5000 licenziamenti in più e maggiori costi per gli italiani.
Ha detto che Mussolini “non ha ammazzato nessuno, ma mandava la gente a far vacanza al confino” (Sett. 2003) e che “per tanti versi ha fatto bene” (Gen 2013), eccettuate le leggi razziali.
Sarebbe da chiedergli se fece bene quando uccise Matteotti o incarcerò gli oppositori. Quando inviò l’esercito in Etiopia, ordinando di usare i gas asfissianti a scopo di sterminio. Quando entrò in guerra accanto a Hitler.
Oppure se fece bene perché seppe governare accentrando tutti i poteri, reintroducendo la pena di morte, soggiogando l’amministrazione della giustizia e la libertà degli italiani.
Francesco Masut